“La verità è che non ti abitui mai. Ogni volta che arrivi in Indonesia il tifo è intenso e ti senti una rockstar” – Lo ha detto Marc Marquez. Otto titoli mondiali vinti e, magari, anche un po’ di assuefazione alla popolarità. Solo che in Indonesia, se fai il pilota di moto da corsa e sei un fenomeno, ti fanno sentire davvero come uno che sta a un passo dal Padreterno. “Ieri è stato bello – ha raccontato ancora il 93 – perché quando si sta qui è un po’ come stare in una bolla. Stando in città, nella capitale, vedi i bambini, vedi anche la povertà, rimani colpito dalla realtà di quello che sta vivendo questo Paese, ma a restarti negli occhi è quanta capacità c’è di essere comunque felici. Questo contrasta notevolmente con ciò che abbiamo in Europa”. L'otto volte campione del mondo non ha voluto parlare solo di sport e di corse, ma ha buttato là anche uno spunto per riflettere su questioni più profonde, prima di prestarsi alle domande dei giornalisti presenti nella sala stampa del Mandalika Circuit.
“Sarà interessante capire a che punto siamo la mia Ducati e io qui – ha proseguito - Non ho mai finito nessuna gara qui in Indonesia, perché nel 2022 ho avuto quella caduta impressionante nel warm-up. Voglio capire quale è il mio livello qui perché è un dubbio che ho e l'obiettivo sarà essere tra quei quattro o cinque che si giocano la vittoria. La pioggia? Speriamo di no, ma qui tutto è possibile e dobbiamo essere pronti, anche se quando piove ti manca la cosa più importante: il terreno asciutto”. Una battuta, per chiudere l’argomento meteo e poi tornare nel box del Team Gresini a definire gli ultimi dettagli prima delle prove di domani e a rispettare la fittissima agenda di appuntamenti con gli sponsor (che per la squadra di Faenza in Indonesia sono tantissimi).
Se Marc Marquez ha il dubbio di capire come può comportarsi la Desmosedici 2023 su un circuito come quello di Mandalika, i due che sono in testa alla classifica generale sembrano, invece, fare i conti solo con le certezze. Solo che sono certezze contrapposte. Perché uno, Pecco Bagnaia, annuncia che giocherà la carta dell’aggressività, l’altro, Jorge Martin, quella della calma serafica e meno pensieri possibili. “Quando penso troppo è matematico che poi arrivano gli errori – ha detto Martin con il sorriso sulla bocca e la convinzione negli occhi – Tra l’altro questa è una pista molto difficile, dove il minimo sbaglio finisce per costare caro, quindi sarà fondamentale capire alla perfezione le traiettorie da fare. L’anno scorso sono stato forte qui anche se ho commesso qualche sbavatura, ma penso di poter fare bene”. Pressione respinta, quindi, per lo spagnolo del Team Pramac e solo tanta voglia di scendere in pista. Non prima, però, di aver sottolineato qualcosa che di solito i piloti non dicono mai: siamo solo esseri umani. “Qui in Indonesia è incredibile – ha concluso – la felicità con cui ci accolgono, la gioia che provano anche solo toccandoci, ma ehy, non siamo dei, siamo solo ragazzi che corrono in moto. Non avevo mai visto una cosa del genere in vita mia”.
Più sintetico, ma ugualmente sorpreso, Pecco Bagnaia: “Adoro i tifosi qui, ti fanno sentire un eroe: hanno un entusiasmo pazzesco”. Poche parole prima di spiegare che in Indonesia c’è arrivato con la consapevolezza di dover aprire il cassetto dell’aggressività. “Ventiquattro punti non sono tanti – ha spiegato - ma non sono nemmeno pochi e quindi dovrò essere aggressivo in questo momento. Dopo le prossime due gare forse cambierò strategia. Sono molto concentrato su questo fine settimana, l'anno scorso è stato un buon GP qui, anche se solo domenica. E' una pista che mi piace, diversa da quelle a cui siamo abituati. Ci sarà meno grip del solito e dovrò adattarmi velocemente”. Se Jorge Martin, quindi, dice di rifuggire il pensiero, Pecco Bagnaia ammette di essere già lì con la testa a ragionare curva su curva anche se mancano 24 ore prima del primo turno di prove.
Bagnaia, però, ha anche detto la sua sul congelamento dei motori, “cercheremo ancora un po’ di sviluppo nel 2025 poi sarà bene congelarli nel 2026”, sul calendario appena reso pubblico, “mi piace, mi piacciono anche le doppiette e sono contento di ritrovare Brno”, e è tornato anche a parlare di quello che è successo a Misano. “È difficile dire qualcosa su quello che è successo – ha concluso - Non avevo un buon feeling con la gomma posteriore e abbiamo parlato molto con la Michelin, come sempre, per cercare di migliorare. Per quanto riguarda la caduta, è stato un mio errore, ma non è la prima volta che quando non riesci a frenare forte perdi il comando. È stata una domenica strana, sono stato veloce tutto il weekend e poi ho avuto difficoltà in gara”.