Dopo i test di Valencia nel 2023 era logico aspettarsi che Marc Marquez avrebbe vinto almeno una gara con la Ducati del Team Gresini, se non altro ad Austin o al Sachsenring. E, se è vero che lo spagnolo sembra a un passo dal riuscirci, è anche vero che le possibilità di lottare per il titolo si affievoliscono a ogni giorno che passa, cosa che nonostante tutto in questa MotoGP rimane una notizia.
Di tutto questo lo stesso Marc Marquez ha parlato chiaramente, soprattutto durante i primi GP: inutile pensare a una vittoria se prima non pensiamo al podio, inutile guardare al mondiale se prima non si vincono le corse. Eppure non è stato il resto del mondo a interpretare male i segnali: “Ho capito subito, nei test di Valencia, che la moto era buona e che si poteva guidare bene”, ha raccontato ai colleghi di Bennets. “È anche vero che quando durante un GP hai problemi ci vuole un po’ di più ad aggiustare le cose, a fare la messa a punto. I tempi sono stati da subito buoni, la velocità e il feeling anche e sono riuscito a lottare per la top 5, che è dove voglio essere”. Così, in una scala da 1 a 10, Marc valuta 8 la sua prima parte di stagione, specialmente considerando il punto di partenza: “Ho consigliato io a mio fratello di andare in Gresini per prendersi una Ducati quando guidava la Honda. E l’anno scorso l’ha detto lui a me! Stesse parole, stesso consiglio: ti serve quella la moto. Alex è stato una delle ragioni per cui ho scelto Gresini, chiaramente avevo altre possibilità ma loro sono anche stati gli unici a non mettermi addosso pressione. Volevo fare un ultimo anno con Honda e poi, se le cose non fossero andate bene, ritirarmi. Mio fratello mi ha detto che non potevo andarmene senza essermi tolto il dubbio di cosa sarebbe successo se avessi provato un’altra strada. È stata la scelta giusta”.
Piuttosto interessante anche quando Marc spiega la differenza, a suo modo di vedere, tra Honda e Ducati, cosa che - ma lui non lo dice - gli è costata forse più del previsto in termini di adattamento: “È nello stile di guida. Penso alla qualifica, lì soffro ancora: il modo di cercare il tempo è completamente diverso, con la Honda guidi del tutto con l’anteriore, mentre con la Ducati guidi tutto di posteriore. È una grande sfida, perché per 10 anni ho guidato così”.
In chiusura, Marc Marquez parla (ancora) dell’eventualità del ritiro, tema su cui ha una posizione chiara da almeno un paio di stagioni. Certo è che, mentre Bagnaia chiede a Ducati una moto vincente per la 8 Ore di Suzuka, Marc si dice soddisfatto, addirittura appagato: “Non so se mi ritirerò tra due, quattro o sei anni, ma voglio essere competitivo. Il che significa stare nei primi cinque o sei, avere l’emozione e l’adrenalina della corsa. Io guido per questo. Il futuro? nelle corse ho fatto tutto quello che avrei voluto fare: vinto gare, mondiali nelle tre categorie e condiviso il podio della MotoGP con mio fratello. Qui voglio continuare a divertirmi, mentre nella vita… la fidanzata, magari una famiglia. Come uno normale, no?”.