L’idea di fondo è stata nobile, ma quando s’è trasformata in regola ha creato non pochi mal di pancia. E’ noto, infatti, che Dorna vuole vederci chiaro sulle pressioni delle gomme utilizzate dai team e ha chiesto a Michelin di introdurre un dispositivo “contro i furbetti” (ne avevamo già parlato qui).
Si tratta di una apparecchiatura che monitora la pressione in gara e che per i primi tre gran premi della stagione sarà installato su tutte le moto. Chi sarà sorpreso con pressioni non regolari, in questi primi tre GP, riceverà solo un ammonimento, ma per il futuro potrebbero essere previste sanzioni. L’introduzione del nuovo dispositivo, di fatto, ha richiesto anche di redigere una nuova regola che stabilisca la pressione massima e minima con cui i piloti devono scendere in pista, ma mentre nessuno ha detto nulla per quanto riguarda gli penumatici posteriori, in molti hanno sollevato dubbi sul limite individuato per quello anteriore.
Dubbi che, manco a dirlo, riguardano la sicurezza. I top rider hanno giocato la carta della diplomazia, lasciando solo intendere di non essere d’accordo con il limite di 1,9 bar, ma alcune delle così dette seconde linee non si sono fatte problemi a parlare. Il primo a comportarsi da veterano e a far presente che la MotoGP 2023 rischia di trovarsi di fronte a una nuova “questione sicurezza” è stato Marco Bezzecchi. Il giovane pilota del Team Mooney VR46 non ci ha girato intorno: “E’ pericoloso correre con una pressione delle gomme molto alta – ha spiegato - Bastano 0,2 bar in più per iniziare ad avere problemi con la gomma e per ritrovarsi con una moto ingestibile. Spero che questa regola non finisca per essere ufficiale, per la nostra sicurezza. Dobbiamo cercare di trovare un equilibrio, penso che possiamo trovarlo tra quello che vuole la Michelin e quello che vogliamo noi piloti".
Parole, quelle di Marco Bezzecchi, a cui si sono accodati subito anche Brad Binder, di KTM, e Alex Marquez, del Team Gresini. “Nei test la pressione della gomma anteriore non è mai un riferimento reale – ha detto il sudafricano - perché non hai una moto davanti, quindi la pressione rimane bassa e stabile. Il motivo più importante per cui i limiti sono stati spesso superati lo scorso anno è perché dobbiamo iniziare con meno pressione possibile, se l'avversario davanti ti prende 1 secondo, allora non hai problemi, ma se sei incollato alla ruota posteriore, la pressione della gomma anteriore può improvvisamente aumentare di 0,5 bar. È una questione complessa, ma partire con una pressione dell’anteriore alta rischia di rendere le moto inguidabili in bagarre”. Partire con lo pneumatico anteriore a 1,9 bar, quindi, potrebbe significare ritrovarsi a correre con 2,4 bar e questo sarebbe decisamente pericoloso per i piloti in gara, come ha spiegato, appunto, anche Alex Marquez: “Sono d’accordo con il nuovo standard per il posteriore – ha detto il fratello dell’otto volte campione del mondo Marc – ma non ha molto senso quanto stabilito per la gomma anteriore: c’è un serio rischio di cadute, può essere pericoloso, soprattutto in gara, quando le gomme si surriscaldano quando si guida in gruppo”. L’obiettivo da parte dei piloti, stando alle voci che circolano nel paddock, è quello di ottenere da Dorna e Michelin una riduzione del limite da 1,9 a almeno 1,85 bar.