Tutto è pronto in casa Red Bull per dare il via alla stagione 2025. Un anno cruciale, dopo le difficoltà dello scorso Mondiale che però non hanno fermato Max Verstappen dal conquistare il suo quarto titolo in carriera. Un’annata in cui, al netto di qualche prestazione incolore, l’olandese ha dimostrato perché attualmente è tra i migliori al mondo, dando ragione ancora una volta a Helmut Marko, l’unico ad avere il coraggio di metterlo al volante di una F1 a soli 17 anni.

Dopo un inverno passato a lavorare, l’Australia è ormai alle porte, un’occasione per tornare a lottare per il vertice e lasciarsi alle spalle le difficoltà affrontate, come raccontato da Helmut Marko a ServusTV: “Tutto è stato analizzato. Max era al simulatore ed era molto soddisfatto, perché sembra che abbiamo trovato la direzione giusta. Ma in Australia le condizioni saranno completamente diverse. Ci saranno 35 gradi, come indicato dalle previsioni del tempo. È un circuito cittadino. E poi c'è il fattore Max. Questo fattore entra in gioco in quasi tutte le fasi e può rendere possibile l’impossibile”. Parole di stima nei confronti del suo pilota, che negli anni più di tutti è riuscito a portare in alto la Red Bull: fare meglio di Sebastian Vettel sembrava quasi impossibile, eppure Max è riuscito a stupire tutti un successo dopo l’altro. Quattro titoli Mondiali e una serie infinita di record infranti, tutto questo a soli 27 anni. Nel 2025 però, secondo Marko servirà fare uno step, affinché la RB21 si presenti all’altezza del talento dell’olandese, motivo per cui a Milton Keynes si è lavorato duramente: “L'obiettivo era quello di ampliare la finestra di utilizzo, per dare ai piloti più fiducia rispetto al comportamento dell'auto, rendendola più prevedibile. Guardando alle sessioni di test, abbiamo fatto qualche progresso in questa direzione, ma non è ancora tutto perfetto. Quanto visto in Bahrein, però, non deve necessariamente essere considerato definitivo per la stagione”.

Sì, perchè a Sakhir la RB21 non ha brillato, soprattuto se confrontata alla McLaren, che sia nelle mani di Lando Norris che in quelle di Oscar Piastri ha impressionato anche l’austriaco: “Era chiaramente dominante nei test e sul giro singolo non hanno rivelato il loro potenziale. Sono usciti, hanno fatto segnare il miglior tempo nel T1 e nel T2 per poi rientrare immediatamente ai box. È evidente che stavano cercando di mascherare le loro vere prestazioni”. Tutto qui? No, viste soprattutto le prestazioni sul passo gara: “Nei long run il confronto si basa sulla quantità di carburante usata. I piloti erano costantemente da mezzo secondo a un secondo intero più veloci, senza top speed alte. Questo significa che non stavano girando alla massima potenza del motore. Se vedremo gli stessi risultati in Australia, allora è chiaro che la McLaren sarà prima e seconda”.

Melbourne darà inizio anche a un’altra sfida per la squadra, con Pierre Waché definitivamente al comando del reparto tecnico, visto che dal 3 marzo Adrian Newey ha iniziato ufficialmente la sua avventura in Aston Martin. Un cambiamento che, per Marko, è stato gestito al meglio dalla squadra: “Negli ultimi anni Newey non lavorava a tempo pieno; era in fabbrica solo in alcuni giorni. Di conseguenza, abbiamo costruito sotto di lui una struttura dirigenziale più ampia, ora guidata da Pierre Waché, che comprende ingegneri e aerodinamici più giovani. Non si tratta più di una singola persona, ma di un team, che ha bisogno di tempo. Ma sono fiducioso che quest’anno produrremo una vettura di alto livello”. Tutto è pronto, ma adesso tocca alla pista confermare o smentire Marko, perché è vero che la Red Bull può contare su Max Verstappen, ma con una McLaren così in forma e una concorrenza pronta a dare battaglia, le magie dell’olandese potrebbero non bastare più.
