Per avere un'idea di quanto le MotoGP 2024 vadano forte basta sapere che la pole position firmata da Jorge Martín nel sabato pomeriggio assolato di Lusail è due secondi e tre decimi migliore del tempo (1'53"011) che solamente due anni fa valse allo stesso madrileno la prima casella sulla griglia di partenza del Gran Premio del Qatar (in quell'occasione le qualifiche si erano svolte di sera e faceva anche più fresco). L'1'50"789 stampato oggi da Martinator è un capolavoro, un nuovo record della pista, una secca dichiarazione d'intenti: "L'anno scorso il Mondiale mi è sfuggito, ma adesso non mi manca proprio nulla per dominare". La MotoGP è tornata - finalmente possiamo dirlo - e l'ha fatto in maniera dirompente. Piloti diversi, moto diverse, stati d'animo opposti, ma tutti tremendamente motivati, quasi tutti candidati alla posta grande. Per adesso la scena la conquista chi ha sete di riscatto, così ecco che oltre a Martín - in prima fila - trovi un Aleix Espargaró voglioso di lasciarsi alle spalle un'ultima parte deludente di 2023 e un Enea Bastianini (terzo) davvero in palla, determinatissimo sin da subito come gli è stato indirettamente richiesto da Borgo Panigale e dalla sua stessa coscienza.
Se all'appello pensate che manchino Pecco Bagnaia e Marc Marquez, possiamo dirvi che di loro non bisogna mai dimenticarsi. Entrambi sono in posizione d'agguato per la Sprint Race (oggi alle 17 italiane) e per la Gara di domani (spegnimento dei semafori alle 18 italiane); Marc chiude la seconda fila a soli 172 millesimi di ritardo da Martín, Pecco scatterà di fianco al 93, dalla quinta casella. Il campione del mondo in carica avrebbe sicuramente potuto contendere la pole a Martín senza una sbavatura in curva 15, nel tratto finale di un giro illuminato, in cui Pecco - a casco rosso - è finito oltre i track limits nell'ultimo settore perdendo millesimi preziosi (nessuna penalità per lui poiché l'uscita di pista è avvenuta in un punto dove andare al di là del cordolo scalinato comporta solo svantaggi). Davanti a loro, in quarta piazza, un Brad Binder tonico e sornione, la cui nota risolutezza nei momenti importanti potrebbe sparigliare le carte e gran parte dei pronostici. Settimo Di Giannantonio, assolutamente da includere nel pacchetto di mischia che assalterà il podio di Lusail, davanti al meraviglioso rookie Pedro Acosta, che alla prima qualifica tra i grandi si ferma a soli tre decimi dal record della pista. Chiudono la top ten Maverick Vinales ed Alex Marquez, mentre delude Marco Bezzecchi - quindicesimo ad oltre un secondo da Martín e ancora lontano dalla sintonia con la GP23 - e purtroppo non sorprendono le difficoltà delle giapponesi: la prima classificata è la Honda di Johann Zarco in tredicema piazza, a precedere la Yamaha di Fabio Quartararo (sedicesimo) e le altre RC213V di Joan Mir, Taka Nakagami e Luca Marini, ventunesimo e debilitato da una scivolata nelle prequalifiche che gli ha fatto perdere tempo. Chiude le fila un Franco Morbidelli che in solamente tre turni sull'asciutto - senza esperienza con la Desmosedici GP24 - si è avvicinato parecchio al gruppone della MotoGP.
Come da cerimonia, le parole del poleman Jorge Martín, rilasciate al microfono Sky di Sandro Donato Grosso: "Ho visto mentre facevo il tempo che stavo già migliorando il giro di questa mattina, quando seguendo Alex Marquez e Diggia avevo visto che in certi punti erano più forti di me. Così poi per le qualifiche ho fatto uno step e sono davvero contento perché ho anche un buon passo. Sarà una gara tosta perché tanti rivali possono vincere". Aggiungiamo noi, che oltre all'imprevedibilità della Gara di domani, resta impronosticabile anche la Sprint Race di oggi. Perché la media al posteriore che i piloti monteranno potrebbe cambiare i valori delle qualifica e perché in questa bellissima MotoGP i primi dodici in girglia - almeno - hanno le carte in regola per vincere.