Oh, mi sa che viene a piovere e, se succede, occhio a Marc Marquez! Qualcuno tra i giornalisti l’ha detto consumando il classico pasto velocissimo nella mensa del Marco Simoncelli World Circuit, tra la gara della Moto2 appena finita e quella della MotoGP che doveva cominciare. Quel pronostico, poi, s’è trasformato in realta concreta. E pure solida, viene da dire. Perché in effetti Marc Marquez ha saputo approfittare al meglio di un solo giro bagnato per mettere le ruote della sua Desmosedici in livrea speciale Gresini davanti a quella tutta rossa di Pecco Bagnaia (era quinto al settimo giro, ha chiuso primo l’ottavo giro). E, da lì, non c’è stata storia, con il 93 che è passato sotto la bandiera a scacchi con tre secondi di vantaggio. “La pioggia mi ha dato la possibilità di andare in testa alla gara – ha detto il 93 al parco chiuso e a Sky - Le emozioni sono state fortissime. Oggi qualcuno dal cielo, forse Fausto Gresini, ha voluto che cadesse un po' di pioggia per farmi vincere la gara, questa vittoria va a tutta la famiglia Gresini".
“Per me è andata meglio di ieri – ha invece detto un Bagnaia con in faccia l’espressione di chi deve ancora capire se essere più contento o più rammaricato - la possibilità di vincere c'era e non l'ho colta, oggi non era possibile fare più di secondo. Marc era troppo in forma per me. Senza la pioggia il vantaggio che avevo sarebbe stato diverso"
Questa, però, è solo la fine. Invece è successo di tutto. Con il cielo che minacciava pioggia che ha tenuto in sospeso tutti fin dai minuti che hanno preceduto la partenza, tanto che la scelta delle gomme da fare s’è trasformata in una gara nella gara. Dalla race direction, intanto, è arrivata la comunicazione che si sarebbe potuto agire in deroga – solo per questa volta - alla regola sulla pressione delle gomme. In molti, a quel punto, hanno scelto la soft al posteriore, mentre i piloti di vertice hanno preferito non rischiare, montando la media. Lo spunto migliore, in partenza, l’ha avuto subito Pecco Bagnaia, con Martin che comunque ha girato terzo alla prima curva e poco dopo si è liberato di Franco Morbidelli. L’italiano del Team Pramac era terzo quando, dopo una lotta serratissima con Pedro Acosta (poi caduto qualche giro più tardi) con tanto di alette lasciate sull’asfalto, s’è ritrovato vittima delle prime gocce di pioggia. Appena un giro dopo, infatti, l’asfalto del Marco Simoncelli World Circuit s’è fatto davvero insidioso, con Jorge Martin che ha azzardato la scelta del cambio moto. E ha bruciato 19 dei 26 punti di vantaggio che aveva su Pecco in classifica generale.
Nel frattempo, lasciandosi dietro Brad Binder e Jack Miller oltre a Enea Bastianini, Marc Marquez aveva cominciato la sua rimonta, ritrovandosi alla ruota di Bagnaia. Con Martin fuori dai giochi e il cielo che cominciava a sembrare meno minaccioso, i due hanno tentato la fuga, fino a quando Marquez ha affondato l’attacco. Dopo il sorpasso non c’è stato più praticamente nulla da fare per il campione del mondo in carica. Mentre a tenere alta l’adrenalina ci ha pensato Enea Bastianini, bravo a risalire fino alla terza posizione superando sia le due KTM ufficiali che l’altra Ducati di Alex Marquez. “Quando ho visto la possibilità di chiudere il distacco e che arrivava un po’ di pioggia ho cercato di avvicinarmi per il podio – ha raccontato Bastianini - non sono riuscito a lottare per la vittoria perché sono stanco, ho dolore al piede. Grazie alla mia famiglia, al team e ai miei sponsor".
Dietro l’italiano del Team Lenovo, questa volta, la KTM non è stata quella di Pedro Acosta, ma quella di Brad Binder, che nella breve fase di gara in cui c’è stata la pioggia è sembrato un demonio rispetto a tutti gli altri. Il sudafricano s’è lasciato alle spalle Marco Bezzecchi e Alex Marquez, con i due ducatisti che hanno bagarrato per tutta la seconda parte di gara. Settimo sotto la bandiera a scacchi, invece, Fabio Quartararo – a dimostrazione che le condizioni particolari dell’asfalto esaltano il vero talento – e ottavo Jack Miller, seguito da uno stoico Fabio Di Giannantonio e dalla sorpresa Pol Espargarò.
A aprire la seconda parte della classifica, invece, è l’Aprilia Trackhouse di Miguel Oliveira, davanti alle Honda (Luca Marini non è sceso in pista per un malanno improvviso) di Johann Zarco, Takaaki Nakagami e Stefan Bradl. Il collaudatore tedesco della Honda è l’ultimo dei non doppiati, con Jorge Martin (oggi solo 15esimo) che ha aperto il plotone di quelli che sono rimasti fregati dalla fretta di cambiare moto e rientrare in pista con gomme da bagnato. Chiudono la classifica, quindi, Maverick Vinales, Pedro Acosta, Raul Fernandez e Alex Rins (non al traguardo, oltre Franco Morbidelli, anche Aleix Espargarò e Augusto Fernandez).