Collegatevi a moto.it e cercate un’intervista qualunque sulla giornata di prove libere della MotoGP che si è appena conclusa. Tutti i piloti hanno lamentato una clamorosa assenza di grip, una situazione al limite in cui l'indiziato principale è Michelin. Da Valentino Rossi “è uno scherzo vero? la moto scivola anche sul dritto”, ad Andrea Dovizioso: “Tutti hanno problemi a far entrare in temperatura l'anteriore: queste gomme sono per temperature più alte.” I piloti appaiono tutti piuttosto frustrati, e Bagnaia ha rivelato addirittura che “c’è una gomma che non userà nessuno, l'hanno portata per Marquez e lui nemmeno corre”.
A questo si aggiungono le voci di tanti altri piloti, da Aleix Espargarò “Il grip è bassissimo, era facilissimo commettere un errore” a Joan Mir “è stata una giornata difficile, per la temperatura dell'asfalto, per il vento, per il poco grip.”
Interessanti poi le dichiarazioni di Alex Marquez, che a fine giornata chiude nono davanti a Valentino Rossi. “Non tutti i piloti hanno aperto il gas al massimo, siamo in crisi per l'assenza di grip. In questi casi devi essere molto più dolce con il gas e giocare con il tuo corpo per controllare la moto. Diciamo che sono abituato all'assenza di grip che c'era in Moto2, quando avevamo sempre pneumatici molto difficili da gestire e le sensazioni erano simili a queste.”
C'è da dire che, arrivando dalla doppia data di Misano con il circuito asfaltato di fresco, un tracciato storicamente povero di aderenza come il Montmeló ha ampliato questa differenza. Tanto che in Moto3 abbiamo assistito ad una raffica di cadute, addirittura cinque se consideriamo la manovra di Raul Fernandez che fortunatamente è riuscito a salvarsi.
Il punto è che Michelin ha portato pneumatici con la stessa mescola del 2019, quando però si correva a metà giugno con temperature nettamente superiori rispetto ad oggi. Per i piloti è come prendere gli appuntamenti sull'agenda dell'anno prima: un disastro.
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Questa non è altro che la dimostrazione del fatto che gli pneumatici impiegati in MotoGP hanno una finestra di utilizzo piuttosto ridotta, al punto da sembrare difettosi quando lavorano fuori dal loro range ideale. A chi lamentava prestazioni diametralmente opposte da un turno all'altro è sempre stato detto che, se un pilota non fa lavorare bene la gomma, con le giuste pressioni e temperature, la gomma non risulta efficace.
Michelin può tenere questa linea, assolutamente legittima, ma non può portare pneumatici con un rendimento ottimale solo in condizioni molto diverse.
Resta il fatto che i tempi, alla fine della FP1, non erano poi così male: Fabio Quartararo è riuscito a girare due decimi più forte di quanto avesse fatto Marc Marquez lo scorso anno, che dominò il weekend di gara vincendo il GP.
Con il passare dei turni l’asfalto guadagnerà aderenza migliorando progressivamente fino ad arrivare (si spera) ad un livello accettabile la domenica mattina. Questo significa che in gara cambieranno gli equilibri visti in prova, e che -se Alex Marquez ha ragione- i piloti che arrivano dalla Moto2 avranno un vantaggio tecnico rispetto a chi è ormai abituato alla classe regina.
Se è vero che tre indizi fanno una prova, dovendo scommettere un centesimo punteremmo su Joan Mir: veloce a fine gara quando scende il grip, fresco di Moto2 e in crescita costante.