No, non ci vogliamo credere. Perché almeno per un set è sembrata una favola. Lorenzo Musetti, ispirato come non mai, aveva messo in riga Carlos Alcaraz sul centrale del Roland Garros. Un 6-4 che aveva stordito lo spagnolo, destabilizzato il pubblico e acceso una speranza: l’Italia poteva davvero sognare una finale tutta azzurra. Ma da quel momento, qualcosa si è incrinato. Prima il rientro improvviso di Alcaraz, che si è preso il secondo set in modo comunque estremamente combattuto. Poi, la caduta. Il terzo set è durato circa 20 minuti: 6-0 Alcaraz, con Musetti fermo sulle gambe, incapace di reagire. E infatti, nel quarto set, dopo appena due game, sul 2-0 per lo spagnolo, Lorenzo ha detto basta. Ritiro. Il problema è alla coscia sinistra, un fastidio muscolare che lo ha costretto ad arrendersi nel momento più importante della sua carriera. Il punto è che sembra un film già visto: era Montecarlo, c’era sempre Alcaraz, era sempre la coscia. Oggi la sinistra, la precedente la destra.

Carlos Alcaraz, è stato il massimo della sportività, ha subito abbracciato l’azzurro e applaudito insieme al pubblico: “Vincere così non è piacevole. Gli auguro il meglio, spero possa recuperare in fretta e che potremo tornare a goderci il suo tennis”. Con questa vittoria, Alcaraz raggiunge la sua seconda finale a Parigi e domenica proverà a difendere il titolo vinto lo scorso anno. Musetti, nonostante la delusione, ha vissuto il miglior torneo della carriera: sarà numero 6 al mondo da lunedì, il ranking più alto mai raggiunto. Ma questa semifinale lascia un senso di incompiuto. Il primo set vinto, la sensazione che potesse davvero farcela, poi quel blocco improvviso del fisico.

Sì, il fisico, il suo punto più forte. Non è la prima volta che gli succede. E sarà proprio sulla tenuta muscolare, oltre che mentale, che dovrà costruire il prossimo step. Alle 19 l’Italia si ferma per l’altra semifinale: Jannik Sinner contro Novak Djokovic. In palio il biglietto per la finale di domenica contro Alcaraz. Il sogno di una finale tutta italiana è sfumato, ma resta in piedi la speranza di vedere Sinner sollevare il trofeo più prestigioso sulla terra rossa. Intanto Musetti lascia Parigi tra gli applausi. Non sarà la sua finale, ma qualcosa ha lasciato: la consapevolezza che il suo posto tra i grandi non è più una suggestione. È un fatto. Anche se oggi, la gloria è tutta di Alcaraz.