Fabio Quartararo riesce a farla andare bene. Non forte. Perché forte la Yamaha M1 non ci va e la dimostrazione sta nelle prestazioni di Andrea Dovizioso, Franco Morbidelli e Darryn Bnder. Se l’ultimo è solo un ragazzo appena buttato nella mischia, gli altri due sono stati vicecampioni del mondo e hanno già una più che dignitosa carriera alle spalle, anche con un mondiale a testa vinto nelle categorie minori. Eppure non c’è modo per schiodarli dalle posizioni che non contano, alle prese con una moto che non li soddisfa e pure con una squadra che probabilmente, vedendo i risultati di Quartararo, non li asseconda come vorrebbero.
Un film già visto anni fa, quando Maverick Vinales portava a casa i risultati e Valentino Rossi, ormai dato per vecchio e bollito, che andava profetizzando un futuro difficile per la moto dei tre diapason. Si dice che il tempo mette sempre a posto le cose, ma intanto ci ha pensato Andrea Dovizioso che, dopo Jerez, c’è andato giù pesante: “Valentino diceva cose vere – ha tuonato Dovizioso - non a caso lui è passato da giocarsi il podio a non essere più competitivo, a stare dietro. E’ vero che gli anni passano per tutti, ma nelle sue difficoltà c’erano motivazioni tecniche. Yamaha è andata in questa direzione, ma, visti i risultati di Quartararo, non si può dire che sia sbagliato. Il punto, però, è che pochissimi piloti possono guidare questa moto”. Pochissimi o, meglio, uno solo: Fabio Quartararo, appunto. Che però non è comunque contento, visto che da mesi ormai chiede maggiore potenza per potersela concretamente giocare con le Ducati e per non trovarsi costretto, ogni volta, a guidare sopra i problemi.
Valentino Rossi, quindi, come un fantasma che ritorna sotto forma di mal di pancia dei piloti Yamaha. Con Franco Morbidelli che è l’unico che al momento tace e preferisce la linea della diplomazia. Pur condividendo, però, l’analisi fatta da Dovizioso non tanto sul fatto che Valentino Rossi avesse ragione o meno, quanto sulle criticità della M1: “Quando si parte molto indietro è difficile sorpassare con la nostra moto – ha spiegato, raccontando di aver dovuto fare i conti anche con un guaio ulteriore - la pressione all’anteriore sale alle stelle e non si può più guidare quando si sta troppo dietro a altre moto. Fondamentalmente, non potevo spingere per tutta la gara. Sono riuscito a spingere solo quando ho superato Luca Marini, a tre giri dalla fine. In realtà, i tempi sul giro non sono stati così male verso la fine. Ma partendo da molto indietro le cose stanno così. Lavoreremo per affinare tutto e fare un altro passo avanti nei test qui a Jerez, e poi vedremo a Le Mans”.