Possono permettersi di lavorare con un anno di vantaggio. Chi? Quelli di Ducati, che in MotoGP (ma, tutto sommato, anche in SBK) hanno accumulato un gap tecnico tale dagli avversari da poter pensare sin da adesso al 2027: l’anno in cui cambierà tutto. E’ di oggi, infatti, la notizia (anticipata anche da MOW nelle scorse settimane), che Nicolò Bulega ha rinnovato il suo contratto con il Team Aruba e Ducati (definita “la famiglia che si sceglie” sui social dal pilota italiano) e che nell’accordo non è prevista solo la partecipazione al mondiale Superbike.

A Bulega sarà affidato il programma di test per la Desmosedici del 2027, che avrà un motore da 850cc (come da nuovo regolamento) e, soprattutto, gomme Pirelli. Tutto già scritto. Tutto già noto. Tanto che, oltre a riferire che adesso è anche tutto ufficiale8compreso un significativo ritocco dell’ingaggio), le vere notizie da aggiungere sono altre. Anzi, sono altre le considerazioni da fare su quel “metodo Ducati” che ormai sembra essere l’unico che funziona davvero nel motorsport.
La notizia in più, semmai, è che non ci sarà il rinnovo con Alvaro Bautista, che invece era dato quasi per certo. Perché Ducati non sa essere riconoscente? Perché Ducati vuole risparmiarsi un ingaggio non più ripagato con i risultati? No, semplicemente perché in Ducati non è mai per l’anno successivo che si lavora, ma per quello dopo ancora. E il rischio di ritrovarsi con un Bulega in MotoGP e un Bautista a quel punto in pensione è qualcosa che a Borgo Panigale hanno voluto evitare, così da restare vincenti anche in Superbike. Ecco perché, secondo le ultime indiscrezioni, da Borgo Panigale sono partite diverse telefonate verso l’Australia e, più precisamente, verso quel Jack Miller che avrà pure girato diversi marchi, ma è sempre rimasto un ducatista. Vogliono un pilota che conosca bene la MotoGP e che possa dare consigli importanti sulla nuova Desmosedici del 2027, oltre che un pilota in grado di vincere in Superbike. Anche a costo di rinunciare a scommettere su qualche giovane.
Sembra, poi, che qualche telefonata sia partita anche alla volta di Tavullia, per capire se Franco Morbidelli potrebbe essere interessato a un ruolo analogo, ma l’italobrasiliano vuole ancora la MotoGP. Se nessuna delle due strade, Miller e Morbidelli, dovesse risultare percorribile, allora è in casa e sempre tra chi conosce bene la MotoGP che Ducati cercherebbe la soluzione per il dopo Bautista. I nomi? Danilo Petrucci e Andrea Iannone, ovviamente, promettendo anche a loro, oltre che il posto nella squadra ufficiale della Superbike, anche il ruolo di “padri” della Desmosedici del futuro. Di sicuro qualcosa in più si saprà a Misano, visto che nel prossimo fine settimana il marco Simoncelli World Circuit ospiterà proprio il round del World SBK. Per ora sono solo indiscrezioni che circolano in ambienti vicini al mondiale delle derivate di serie.
Indiscrezioni che, ovviamente, non riguardano solo Ducati. Ma anche e soprattutto BMW, visto che la casa tedesca, ormai praticamente orfana di Toprak Razgatlioglu (destinato alla Yamaha in MotoGP), dovrà fare scelte importanti per il futuro. Se resteranno in SBK (c’è anche l’ipotesi di un ritiro), di sicuro non si accontenteranno di un nome qualsiasi e cercheranno, a suon di ingaggi inimmaginabili in altri tempi, di convincere un top rider. Anche per BMW, quindi, si parla di un sondaggio su Jack Miller, ma a questo punto non è da escludere che anche un Alvaro Bautista libero – anche se decisamente in avanti con gli anni – possa ingolosire la squadra tedesca, magari affiancandogli un giovane (Raul Fernandez dalla MotoGP?).