No, così non va. A Spa non c’è pace per Kimi Antonelli, che conclude un’altra qualifica deludente. Ieri non aveva passato il taglio in SQ1, mentre oggi è eliminato subito, costretto a partire diciottesimo e deluso, ancora. Lo testimoniano gli occhi lucidi con cui è arrivato alle interviste, perché dopo le batoste di venerdì e l’inizio giornata di sabato, con la Sprint chiusa al diciassettesimo posto alle spalle dell’altra delusione del fine settimana, Lewis Hamilton, in Belgio finora è tutto da dimenticare, dal primo all’ultimo giro compiuto. E domani servirà una magia, una di quelle che ha già dimostrato di saper fare, per invertire il copione di una gara che sembra già scritto.

Partirà dalla pitlane, come confermato una volta sceso dalla W16 a Sky Sport, per tentare il tutto per tutto anche in vista della pioggia che sembra destinata ad abbattersi sui sette chilometri del circuito belga proprio qualche attimo prima del via. E sulle cattive prestazioni che hanno segnato il fine settimana è chiaro: “Mi manca confidenza, faccio fatica ad estrarre il potenziale dalla macchina. È un momento difficile, ma dobbiamo solo ritrovare la luce in fondo al tunnel. La macchina è diventata molto nervosa in ingresso curva e per come guido io mi porta a non avere la velocità che voglio, costringendomi a cambiare il mio stile di guida. Questo mi fa semplicemente andar più piano” ha spiegato l’italiano, con la voce di chi è davvero in difficoltà e, in un modo o nell’altro, cerca di nasconderlo. In vista della gara, però, la speranza non è ancora del tutto svanita, perché sotto la pioggia tutto può ancora succedere: “Può essere una speranza, domani partirò dalla pitlane e cambieremo la macchina dopo aver verificato le condizioni. Sicuramente se dovesse piovere avrò molte più possibilità di fare una bella gara”.

È abbattuto, perché a Spa anziché una reazione dopo le difficoltà delle ultime gare, su tutte Austria e Silverstone, sono arrivati altri tre colpi durissimi, uno dopo l’altro. E poco conta se gli alti e bassi della sua prima stagione tra i grandi erano già stati messi in conto, perché affrontarli è tutta un’altra storia, con la pressione che aumenta inevitabilmente. Un momento reso difficile, come lui stesso ha sottolineato, anche da una W16 complicata che fatica a far funzionare al meglio, aspetto che proprio in Belgio ha fin qui caratterizzato anche il weekend di George Russell, che di esperienza ne ha decisamente di più dell’italiano. Lo si vede anche a occhio nudo analizzando gli onboard, perché quella fluidità nel guidare la vettura che più volte si era vista in queste prime dodici gare è svanita, comportando soltanto tante difficoltà, sia in pista che fuori. Ad attenderlo, però, ci sono ancora 44 lunghi giri per cercare di raddrizzare tutto in una pista dove il pilota può fare la differenza, tanta. Una gara in cui toccherà lasciarsi alle spalle il testacoda delle prove libere e le due brutte qualifiche, così come la Sprint Race condizionata dalla partenza nelle retrovie. Mercedes giocherà il jolly, sperando che quegli occhi lucidi possano trasformarsi in sorriso, l’unica cura dopo le difficoltà dell’ultimo periodo. Perché quando la pressione aumenta, specie se sei solo alla tua tredicesima gara in F1, tutto diventa più complicato.
