Jannik ha ancora su di sé l'ombra del doping. Si è tornato a parlare della questione dopo le parole di Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner licenziato in seguito al caso Clostebol. Fatti su cui pende ancora il ricorso della Wada dopo che l’Itia aveva scagionato il tennista. In occasione della presentazione del progetto Open food factory, a Milano, Naldi parla per la prima volta: “Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita. Spero, prima o poi, di poter raccontare anch’io cosa è successo per dare un quadro generale. Perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia. Ma non è così, come peraltro sa anche chi ha letto la sentenza. Mi rendo conto che non tutti hanno fatto questo sforzo”. Non è ancora finita perché si deve ancora esprimere il Tas di Losanna, che decreterà la colpevolezza o meno del numero uno al mondo. Ma ora, lui, in che rapporti è con il suo ex assistito?
“È stato molto gentile: quando è nata Letizia, mi ha scritto. Come tutto il team. Ho un rapporto cordiale con Jannik. In generale ho ricevuto dimostrazioni di affetto soprattutto da chi mi conosce di persona. Sui social, invece, ho letto brutti messaggi e sono stato insultato. Perché quello che è passato, nel racconto di questa storia, è passato un po’ male”. Ma il suo lavoro nello sport è finito dopo il caso Sinner? Sembra proprio di no: “Ricevo tanti sportivi dilettanti nel mio studio di Casalecchio di Reno. In questi anni in giro per il mondo, per seguire Jannik nel circuito, mi hanno aiutato i miei colleghi a mandare avanti l’attività. Adesso sono tornato con i miei tempi e i miei ritmi. Va benissimo così in questo periodo”. Intanto, Jannik sta giocando contro Daniil Medvedev, in palio la semifinale, con ogni probabilità con Alcaraz favorito contro Machac. Al momento Jannik non ha lasciato scampo all’avversario e vince il primo set in 25 minuti per 6-1. È probabile che vedremo di nuovo un Sinner-Alcaraz?