Il caso doping che coinvolge Jannik Sinner, accusato di aver assunto Clostebol in modo accidentale, ha sollevato preoccupazioni nel mondo del tennis. Andy Roddick, ex tennista e ora commentatore, ha espresso un'opinione netta: “Nonostante l'assoluzione iniziale, la Wada non lascia spazio a incertezze in casi simili”. Secondo Roddick (che ne ha parlato nel proprio podcast), Sinner rischia una squalifica che potrebbe durare tra i 6 e i 12 mesi. “Le intenzioni contano poco quando si tratta di sostanze proibite”, ha sottolineato, suggerendo che l'organo antidoping possa essere inflessibile anche in situazioni di uso non intenzionale. Sul caso Clostebol Roddick ha sottolineato come “la responsabilità diretta ricada sull'atleta, indipendentemente dalle circostanze”. Questo potrebbe essere un duro colpo per Sinner, che ha sempre sostenuto di non aver assunto la sostanza deliberatamente.
Il ricorso della Wada ha riaperto il dibattito, e sebbene Sinner abbia ricevuto supporto da parte del pubblico e del suo team, il futuro appare incerto. “La sua carriera potrebbe subire una battuta d'arresto significativa”, ha concluso Roddick, evidenziando come anche una breve sospensione potrebbe compromettere il ranking e la partecipazione ai tornei di spicco. Un discorso simile lo aveva fatto proprio Daniele Bracciali che, su MOW, aveva sottolieato come “forse è ora di cominciare a entrare nell’ottica che qualche mese di squalifica gli possa essere dato purtroppo. Quello che gli verrà contestato è la responsabilità oggettiva, tanto quanto è stata contestata in altri casi e purtroppo, nonostante venga provata e capita la buona fede, gli si imputerà il fatto che doveva stare più attento. Poi è importante il fatto che il contatto con la sostanza sia avvenuto a causa di una mancanza di attenzione da parte del team di Sinner, non da una persona esterna o a lui estranea. E con questo intendo che una minima responsabilità a lui potrebbe essere riconosciuta, per quanto spero ovviamente che non sia così”.