“Testing done. Back home”. E’ tutto quello che sappiamo sulla prima volta di Fabio Quartararo in sella alla M1 con il nuovissimo V4 di Yamaha. Giusto due parole, insomma, a accompagnare una foto del jet privato che ha riportato il francese a casa dopo la giornata di test. A dire il vero di foto ne era spuntata, in giornata, anche un’altra, questa volta pubblicata da Alex Rins e repostata dallo stesso Quartararo. Ma niente immagini della moto e nessun riferimento ai crono registrati. Tutto, insomma, mantenuto nella massima riservatezza sulla stessa linea imposta a piloti e collaudatori Yamaha nei giorni scorsi, quando persino Andrea Dovizioso, in diretta Sky, ha dovuto districarsi con la bocca cucita incalzato da Mauro Sanchini sui “numeri” del nuovo prototipo di Yamaha. Ma non dicono niente perché ci resteremmo troppo male? Oppure perché potremmo restarne tutti impressionati?

Difficile, francamente, pensare che un progetto appena nato possa essere immediatamente competitivo. Quello che è certo, però, è che per vedere la M1 col V4 non ci sarà troppo da aspettare, visto che Augusto Fernandez dovrebbe portarla in gara già nel fine settimana a Misano. L’obiettivo? Completare tutti i turni e le due gare, così da avere la maggior mole possibile di dati su cui mettersi al lavoro in vista del 2026. L’ultima parola, come è giusto che sia, è di Fabio Quartararo, che anche dopo la gara di Barcellona ha ribadito la sua posizione: “Io voglio una moto competitiva per poter lottare con quelli davanti, se sarà quattro in linea o V4 è lo stesso. Correrci già quest'anno? Dipende dai pro e i contro. Sicuramente c'è bisogno di un cambiamento e se, provando il nuovo motore, dovessi ritrovarmi a meno di mezzo secondo dal mio tempo sul giro nella stessa pista sarebbe già un buon passo avanti. Ma ci serve tanto altro, d'altra parte la potenza massima non è poi così importante, in generale”.

E’ un ultimatum e il francese non perde occasione, ormai, per ripeterlo, anche perché pure a Barcellona ha dimostrato di poter essere l’unico, in termini di talento puro, in grado di impensierire Marc Marquez. Ma serve una moto e Yamaha dovrà dargliela, altrimenti il mercato per il 2027 potrebbe cominciare davvero molto presto. Forse prima ancora che finisca il 2025. A preoccupare Quartararo, infatti, non è tanto la performance di un motore rispetto all’altro, ma la sensazione di confusione con cui sembra dover fare i conti ogni fine settimana.
“Sono contento del quinto posto – ha detto subito dopo il GP di ieri - È la nostra posizione, ma mi aspettavo comunque di finire più vicino alla testa della gara. Dobbiamo capire perché le condizioni della pista hanno un impatto così forte sulle nostre prestazioni: non so perché ho concluso la Sprint sul podio, così come non so perché ho fatto questa gara oggi. E’ questa è la prima cosa che dobbiamo risolvere con la squadra”. Risolvere è il verbo che in Yamaha ormai ripetono tutti e non è un caso se per il test di oggi a Barcellona c’erano tutti davvero, compresi i vertici della casa di Iwata. “Prima della gara – ha raccontato ancora Quartararo nella serata di domenica - il presidente Motofumi Shitara è venuto a stringermi la mano e mi ha chiesto di vincere. Gli ho detto che era troppo ottimista, ma è stato un piacere incontrarlo per la prima volta".
