E adesso tocca a lui. Vedremo se riuscirà a tenere la testa lucida e il manico tirato. Quartararo non ha mai lottato fino alla fine di un Mondiale, ma a pensarci bene nemmeno chi lo insegue a stretta distanza. Fatto sta che oggi si è imposto definitivamente. È lui il candidato naturale e non ci dimentichiamo che si correva ad Assen dove per fare quello che ha fatto lui bisogna avere un talento infinito. I numeri parlano chiaro - 25 punti presi, 12 guadagnati sul suo inseguitore Zarco - ma non dicono mai tutto. Quello che non fanno vedere è quanto Quartararo abbia buttato giù il morale di Vinales, per esempio. Vinales partiva primo, con un grande giro nelle qualifiche, ma Quartararo l'ha vinta al minuto 0:1, questa gara. Basta guardate il sorpasso in partenza.
Quartararo sa (come lo sanno tutti i piloti) che uno dei suoi punti deboli è il corpo a corpo e subito in partenza ha usato questa sua debolezza. Sportellata e via, gli ha immediatamente fatto capire chi comandava. Quartararo oggi non era più veloce di Vinales però è stato più astuto, più furbo e ha vinto la gara di testa e non solo di gas. L'ha vinta con la gestione di intelligenza, di gara, la differenza tra due piloti molto veloci spesso la fanno la determinazione e la voglia di rischiare un po'. Già la testa. In effetti a pensarci bene, uno senza una forza mentale come la sua non avrebbe ironizzato via Instagram come ha fatto lui dopo le critiche ricevute per aver guidato a petto nudo. E non avrebbe risposto con la sua sottile eleganza a quei piloti - tipo Stoner - che lo avevano rimproverato.
Così Quartararo ha fatto la sua quarta vittoria dell'anno, davanti proprio a Vinales, che comunque un buon recupero l'ha fatto dopo una partenza a rilento, a Mir, Zarco, Bagnaia e Marquez (da ventesimo ha recuperato fino a settimo, con sorpasso finale a Espargarò che prova ancora una volta che Marquez ha una tigna addosso che la metà basterebbe). Con un Quartararo così la costanza degli altri non basta. Un Mir quest'anno non potrebbe vincere piazzandosi e basta. E il motivo è semplice: è arrivato un pilota che ha un atteggiamento da campione. In questo Quartararo è cresciuto mano a mano ma ora ce l'ha, è innegabile (che sia piaciuto o meno, l'episodio della tuta, ha dimostrato che questa consapevolezza l'ha maturata definitivamente).
Ora ci saranno due gare in Austria, ma prima ancora ci sono 5 settimane di riposo. Arrivarci così per Quarta è arrivarci sicuramente più leggero. Storicamente Yamaha in Austria non ha mai fatto grandi risultati, è una pista più per le Ducati. Ma è anche vero che un Quartararo così forte in Austria non ci è mai passato. Anche perché quando le cose vanno bene vince e quando vanno male è terzo. Solo Marquez ci aveva abituati così. Il prossimo anno speriamo di vederli uno contro l'altro ad armi e gare pari. Non vediamo l'ora.
Intanto Quarta dà spettacolo anche fuori dalla pista. Già in settimana aveva imitato Khabi Lami giocando a golf, per festeggiare questa gara si è ripetuto. Solo che ha ciccato due volte la pallina e più che giocare a golf ha cavato l'asfalto. Altre cose da segnalare: i complimenti di Foggia, vincitore della Moto3, che si è fermato in pista per fare i complimenti proprio a Quarta. E l'esultanza del Diablo che dice quanto questo ragazzo ci creda e quanto soprattutto Yamaha creda in lui. Eccola...