"Questa macchina è semplicemente un disastro". Così aveva tuonato via radio Lando Norris all'inizio della stagione 2023, descrivendo in poche parole quello che sembrava essere l'esito definitivo di un intero campionato appena iniziato. La McLaren, storica scuderia dagli obiettivi più che mediocri e i sogni di lotte mondiali, in Bahrain si è così ritrovata a fare i conti con una verità da dover metabolizzare: non solo il team aveva evidentemente fatto un notevole passo indietro rispetto al 2022, ma si ritrovava anche nelle ultime posizioni della griglia, lontana dalla zona punti.
La stagione è da buttare, si saranno detti in molti, dentro e fuori dal box McLaren. Le prospettive di miglioramento, possibili certo nell'arco di una stagione, dovevano però contemporaneamente fare i conti con la dura realtà di una Formula 1 che per vedere rivoluzionato un progetto chiede tempo, pazienza, anni interi di sofferenza. Le voci su una crisi su ogni fronte hanno così iniziato ad inseguirsi, dentro e fuori dal paddock, mentre l'insoddisfazione generale - gara dopo gara - non poteva che crescere: dall'ironia sulla scelta di carriera di Oscar Piastri, il cui contratto con McLaren firmato lo scorso anno ha destato più di un problema, fino alle domande sulla carriera del talentuoso Lando Norris, legato al team con un contratto dalla durata importante, vincolo di una carriera proiettata in una direzione ben precisa.
Mentre tutti parlavano di loro però in McLaren non ci si è mai persi d'animo. E a capitanare un progetto da riscrivere completamente, tra budget cap da rispettare e tempi da tenere sotto controllo nel mezzo di una stagione lunghissima e complessa come quella di questo 2023, un italiano d'eccellenza entrato nelle vesti del team principal sul finire dello scorso anno.
Tra lo stupore generale infatti il 13 dicembre 2022 Andreas Seidl, numero uno del muretto McLaren dal 2019, ha rassegnato ufficialmente le sue dimissioni, andando a sostituire il partente Fred Vasseur nel ruolo di CEO per Sauber, tutto in vista dell'ingresso di Audi in Formula 1 nel 2026. Chiamati a trovare una soluzione in tempi pressoché nulli i vertici della scuderia inglese hanno assegnato la posizione di team principal all'uomo che più di tutti la meritava: Andrea Stella.
In McLaren nel 2015, l'italiano è entrato nel team come ingegnere di pista di Fernando Alonso, passando poi al ruolo di capo degli ingegneri e poi a quello di Performance Director. Nel 2020 ha fatto un ulteriore passo avanti all'interno dell'organigramma della squadra, acquisendo la posizione di Racing Director. Apprezzato da tutti, dai piloti fino ai suoi superiori, Stella è stato sempre al centro del progetto McLaren, diventando di diritto la prima scelta per sostituire Seidl come team principal. Una vita in Formula 1, con la formazione e l'avvio della sua carriera in Ferrari dove è rimasto per 15 anni - dal 2000 al 2014 - e dove ha seguito piloti del calibro di Michael Schumacher, Kimi Raikkonen, Valentino Rossi - nel suo periodo di test con la casa di Maranello - e Fernando Alonso, che ha seguito in McLaren proprio nel 2015.
Chi quindi, se non lui, per raccogliere l'eredità di un lavoro che conosceva così bene? E quando le cose hanno iniziato ad andare davvero male, con il suo ingresso non proprio roseo nel panorama dei team principal in Formula 1 in questo inizio di stagione, Stella non si è lasciato andare alla delusione. Non ha mai abbandonato il progetto del 2023, consapevole di dover risolvere con il team i problemi di quest'anno per pensare di costruire qualcosa nel prossimo. Ha identificato dei periodi precisi per ricostruire il piano del campionato, portando aggiornamenti fondamentali prima della pausa estiva, scendendo a compromessi (solo Lando Norris in Austria aveva a disposizione le versione B della monoposto) e garantendo al team un clima ideale nel quale lavorare, spingendo tutti a dare il meglio.
A Silverstone, alla fine, il sogno: nessuno a inizio anno avrebbe mai potuto immaginare di vedere Lando Norris sul podio del suo Gran Premio di casa, esultante per un secondo posto meritato e costruito dall'inizio alla fine. Non si tratta infatti di fortuna, di una gara pazza, o di una posizione in cui l'inglese si è ritrovato: qui si parla di merito. La McLaren, dopo i buonissimi risulati visti con Norris in Austria, si è presentata a Silverstone competitiva e velocissima. Ha costruito una grande qualifica, ha massimizzato in gara - portando a casa anche un po' di sfortuna con la safety car e Oscar Piastri passato al quarto posto alle spalle di Lewis Hamilton - e ha conquistato un risultato che gli altri team oggi guardano con ammirazione e stupore.
Lo stesso Andrea Stella si è detto un po' sorpreso della grande velocità di questa monoposto, mettendo le mani avanti sui prossimi appuntamenti: non sarà sempre così, questo è chiaro, e la McLaren dovrà affrontare gli alti e i bassi di una seconda parte di stagione impegnativa, fatta di piste non favorevoli, di errori, di avversari che torneranno a splendere davanti alle monoposto color papaya. Il team principal italiano non vuole creare false illusioni, forse anche per sé stesso, per i suoi piloti e per tutto il team, ma il sorriso nelle interviste post gara lascia trapelare una soddisfazione che vale il lavoro fatto fin ora.
Il viaggio è ancora lungo, e tornare competitivi per tutto l'anno sarà un percorso complesso. Oggi però c'è tempo per festeggiare, in casa McLaren, e poer portare in alto il lavoro fatto da questo ingegnere nato a Orvieto, passato da Maranello e arrivato a Woking, dentro alla storia della Formula 1.