È sul filo dell’assurdità la Sauber in questo momento, a solo una settimana dall’evento di presentazione delle vetture organizzato dalla Formula 1: c’è a rischio l’intera livrea - e non solo, perché ad essere il problema è il title sponsor della squadra, ovvero il più importante tra tutti i collaboratori della squadra. In questi giorni Stake, uno dei colossi delle scommesse online, si è ritrovato a dover fare i conti con la Gambling Commission del Regno Unito, che ha aperto un’inchiesta per indagare proprio le sponsorizzazioni di marchi di gioco non autorizzati, in seguito alla visione di un video di Bonnie Blue, performer pornografica - colei che nel 2024 ha cercato di battere il record per il maggior numero di rapporti sessuali tenuti in 12 ore - che ha incluso proprio il brand australiano sullo sfondo di un video promozionale. Non uno, ma ben due problemi da sviscerare per l’azienda australiana, che è anche lo sponsor più importante per la Sauber dallo scorso anno.
![https://mowmag.com/?nl=1](https://crm-img.stcrm.it/images/42464618/2000x/20250212-172126693-2619.jpg)
Stake ha subito preso le distanze dal video promozionale di Bonnie Blue, dichiarando che l’iniziativa non era stata approvata dall’azienda, ma comunque si ritrova adesso associata al mondo del po*no - cosa non ottimale per i valori che la FIA e la Formula 1 portano avanti. Il colosso di scommesse si è poi ritirato dal mercato britannico, dove operava come “white label”, un modello di business che consente ai rivenditori di mettere il proprio marchio su prodotti collaudati, per iniziare l’iter che gli permetterà di acquisire una licenza in un mercato regolamentato come già ha in Italia, Perù, Colombia e Brasile. Per la squadra di Formula 1 quindi c’è da tenere gli occhi aperti, perché come è stato specificato dal tribunale britannico nei confronti delle squadre di calcio che l’azienda sponsorizza, chiunque promuova la Stake potrebbe essere perseguibile e condannato con multe o pene detentive. Insomma, tutto quello che un team di Formula 1 non vuole sentire prima dell’inizio della stagione.
![Zhou e Bottas alla presentazione dello Stake F1 Team lo scorso anno](https://crm-img.stcrm.it/images/42464619/2000x/20250214-131859397-3119.jpg)
Di sponsor particolari però nel mondiale ce ne sono stati tantissimi e la Stake negli anni ‘70 si sarebbe tranquillamente mimetizzata senza creare troppi scandali. Infatti, dal momento in cui la FIA ha permesso la stampa degli sponsor sulle livree delle monoposto, ci sono state tantissime aziende inusuali sulle fiancate delle macchine, partendo proprio da Albilad, la casa commerciale di Osama Bin Laden, noto terrorista saudita. Fu Frank Williams a ritagliargli dello spazio sulle sue monoposto, dopo una crisi che lo spinse a cercare sponsor in Medio Oriente, e con l’azienda saudita vinse anche due mondiali. Sempre negli anni ‘70, John Surtees portò sulla sua monoposto il logo della Durex, facendo così tanto scalpore che la BBC non volse più trasmettere le gare della stagione. Non ci furono commenti invece nella livrea con le tre signorine di Penthouse sulla monoposto della Hesketh Racing. Insomma, di sponsor controversi la Formula 1 è uno degli sport da record, ma per la Sauber si potrebbero complicare di più i giochi se non dovesse risolvere la situazione con Stake.
![La Williams con la livrea tutta dedicata alla Albilad, l'azienda di Osama Bin Laden](https://crm-img.stcrm.it/images/42464620/2000x/20250214-132047008-4811.jpg)
![https://mowmag.com/?nl=1](https://crm-img.stcrm.it/images/42464624/2000x/20250212-172126693-2619.jpg)