Non è un momento semplice per chi si trova a lavorare a Milton Keynes, sede della Red Bull Racing. Tra voci di corridoio, tensioni interne e difficoltà gestionali, il clima è ben lontano da quello che si respirava nei tempi d’oro. L'addio di Christian Horner, figura storica e principale architetto dei successi della squadra, rappresenta solo la punta dell'iceberg della crisi più profonda che la scuderia sta affrontando negli ultimi due anni. Parlare oggi della squadra di Max Verstappen e Yuki Tsunoda non suscita più quell’ammirazione che un tempo accompagnava il racconto di un team capace di scalare in pochi anni la vetta della Formula 1 partendo quasi dal nulla. E le imprese leggendarie della Red Bull sono iniziate da Sebastian Vettel nell’abitacolo.

Vettel è approdato in Red Bull dopo il debutto con la Sauber e, in poco tempo, ha trovato nella scuderia austriaca il terreno fertile per esprimere tutto il suo talento. Con loro ha conquistato quattro titoli mondiali consecutivi, diventando uno dei piloti più giovani e vincenti della storia della F1. La sua carriera ha poi preso la strada di Maranello, con l’ambizione di riportare il titolo alla Ferrari, un sogno mai realizzato ma comunque segnato da momenti significativi. Gli anni in rosso, sebbene privi di titoli, sono stati fondamentali anche per l'identità stessa del Cavallino, contribuendo a scrivere un altro capitolo importante della storia del team italiano.

Recentemente, Sebastian Vettel si è raccontato nel podcast di ORF Sport am Sonntag, rilasciando dichiarazioni significative sulle scuderie che hanno segnato profondamente la sua carriera. "Se rimpiango la scelta di andare in Ferrari? No, non rimpiango quel passo in sé. Penso che mi abbia dato molto, in termini di esperienza e di comprensione di ciò che avevo alla Red Bull all’epoca", ha spiegato il quattro volte campione del mondo. "Quando ho lasciato Milton Keynes, però, credo si sia perso molto dal punto di vista umano, perché dovevo mantenere la riservatezza sul mio contratto con la Ferrari. Mi sono attenuto troppo a certi accordi", ha aggiunto il pilota tedesco. E a proposito dell’esperienza a Maranello: "Sicuramente è stata bella, ma i momenti migliori li ho vissuti con la Red Bull. Le persone, i momenti condivisi e quanto ci hanno unito… una parte importante di me si identifica ancora con la Red Bull" ha concluso.
Il mito della Ferrari, il sogno di ogni pilota, si è rivelato anche una dura realtà da affrontare: in Formula 1 sognare non basta, e spesso è l’altra faccia della medaglia, quella meno ideale, a portare i risultati. Le parole di Vettel non cambiano la situazione attuale a Milton Keynes, ma offrono una dose di motivazione, riaccendendo la memoria di quelli che sono stati gli anni migliori. E non è da escludere un possibile ritorno del tedesco nella squadra del cuore: sebbene non ci sia nulla di ufficiale, Vettel non ha mai nascosto il desiderio di rientrare un giorno nel mondiale, magari con un ruolo diverso da quello di pilota.

