Squadra che non vince non si cambia. E’ la battuta che viene da fare dopo la notizia, diffusa da Motorsport.com, che Joan Mir e Honda dovrebbero andare avanti insieme anche per il prossimo biennio. Il campione del mondo del 2020, dopo aver detto di non poterne più e di non aspettare altro che la fine del suo contratto, alla fine ha scelto di restare dove sta. Perché? Perché evidentemente non si sta così male e perché, in fondo, oltre a uno stipendio importante, Honda offre una garanzia in più: prendersi sempre tutta la colpa. Sì ok, c’è il rischio di continuare a arrivare dietro, ma non c’è quello di passare alla storia come uno che ha vinto un mondiale per caso. E poi c’è anche un dato di fatto oggettivo: le moto sono meno dei piloti e qualcuno rischia seriamente di restare a casa.
Tutti ragionamenti che Mir e il suo manager avranno sicuramente fatto, prima di convincersi che effettivamente la prospettiva offerta dalla Honda poteva non essere così terribile: due anni di permanenza in MotoGP, stipendio che altrove si sarebbe sognato e, tutto sommato, anche la consapevolezza che un colosso industriale di questa portata dovrà necessariamente risorgere, facendo di tutto per mandare in pista una moto competitiva. La firma, insomma, ancora non c’è, ma dovrebbe essere annunciata a giorni. Anche perché alternative particolarmente allettanti non c’erano e Mir avrebbe voluto solo Ducati. Sembra, però, che l’interessamento del team Gresini (dove al momento sta l’unica Ducati davvero disponibile) per l’ex campione del mondo sia stato solo nella fantasia degli appassionati di toto mercato.
L’accordo raggiunto, paradossalmente, è una buona notizia più per Mir che per Honda. Perché è noto che il marchio giapponese ha avanzato proposte a quasi tutti i top rider – anche con offerte economiche spropositate – ma a quanto pare nessuno s’è detto disponibile a mettersi al lavoro sopra la RC213V e la decisione di confermare Mir è in qualche modo una ammissione di crisi profonda. Dall’altro lato, però, in casa HRC, con quasi tutti i tasselli messi al loro posto, si potrà adesso tornare a concentrarsi solo sullo sviluppo del prototipo e magari anche su un progetto del tutto nuovo, senza finire inevitabilmente distratti dal mercato. Con la firma di Mir (che, lo ricordiamo, non è ancora ufficiale) e Marini e Zarco sotto contratto fino alla fine del 2025, l’unico dubbio riguarda, semmai, la sella di Takaaki Nakagami che però, per le note ragioni legate allo sponsor giapponese Idemitsu, dovrebbe comunque finire a Ai Ogura.
Chi si ritrova fuori da ogni trattativa, a questo punto, è Jack Miller. S’era molto parlato della possibilità che il pilota australiano, ormai ex KTM, diventasse il punto di riferimento per HRC dalla prossima stagione, ma evidentemente qualcosa è andato storto nella trattativa. Con Miller che adesso rischia seriamente di restare a piedi, anche se sul suo conto circolano voci di un possibile e clamoroso ricongiungimento con Paolo Campinoti e il Team Pramac (sia se si sceglierà di restare con Ducati, sia se la squadra toscana finirà nell’orbita di Yamaha).