Il giro perfetto, al momento giusto. Lewis Hamilton ha conquistato la sua prima pole position vestito di rosso, lasciandosi alle spalle l’amaro esordio con la Scuderia in Australia, dove tanto aveva pagato sia in qualifica che in gara rispetto ai diretti avversari. Un ultimo time attack senza alcuna sbavatura, pennellando una dopo l’altra le 16 curve di Shanghai e staccando Max Verstappen di soli 18 millesimi, anche lui autore di un autentico capolavoro, oltre a Oscar Piastri, terzo a meno di un decimo dall’inglese.

Una sessione in cui Sir Lewis ha fatto la differenza, soprattutto considerando come la Ferrari, nonostante i miglioramenti, non sia ancora al livello soprattutto di McLaren, la grande delusa di giornata. A pesare al termine del giro realizzato sono stati in particolare i primi due settori, dove Hamilton è stato capace di staccare gli avversari, Charles Leclerc su tutti: è andato forte senza distruggere la gomma, aspetto chiave che gli ha permesso di spremere la SF-25 e guadagnare gli ultimi, ma cruciali millesimi nella parte finale del circuito. Gentilezza e pulizia di guida che hanno pagato maggiormente rispetto all’aggressività del monegasco, evidente soprattutto nel modo di impostare la prima curva, dove peraltro già lo scorso anno aveva fatto fatica. Poi la parte centrale, con Hamilton autore di un settore da record, costruito specialmente nella sequenza di curve 7,8 e 9: un capolavoro che gli ha permesso di battere tutti nonostante un’ultima curva non al livello di Max Verstappen, ben più veloce di 8 km/h. “Il mio primo settore era ottimo, credo che sia dove sono migliorato di più nel giro” ha affermato Hamilton durante le interviste post sessione. “Ma sono migliorato un po’ in tutto il giro, credo che ci fosse ancora del tempo da trovare, qualcosa che cercherò di sfruttare nella prossima qualifica”.
Una pole position che in un primo momento lo lasciato senza parole, incredulo dopo che Riccardo Adami, il suo ingegnere di pista, gli ha confermato di essere in prima posizione. “Davvero?” ha risposto l’inglese, prima di rientrare al parco chiuso e salire sulla sua SF-25 alzando il pugno al cielo. Poi la corsa verso la sua nuova squadra tra abbracci, strette di mano e pacche sul casco. “Non mi aspettavo questo risultato, ma sono molto felice e orgoglioso” ha affermato sempre ai microfoni di Formula 1. “La scorsa gara è stato un disastro, ma chiaramente c’era maggior potenziale nella vettura, dovevamo solo capire come estrarlo. Abbiamo fatto alcune modifiche, il team ha fatto un ottimo lavoro nella pausa per preparare la vettura, ma è comunque un po’ uno shock, faccio fatica a credere che abbiamo ottenuto la pole per la sprint! Chiaramente non è la pole per la gara di domenica, quindi c’è ancora del lavoro da fare domani, ma sembra un buon primo passo. È fantastico vedere il cartello della prima posizione ed essere sulla Ferrari, è incredibile”. Una prestazione che lancia un messaggio chiaro, una risposta a tutti coloro che, specie dopo l’esordio opaco all’Albert Park, ne avevano messo in discussione la voglia e le possibilità di tornare al successo. Seppur la pole position di oggi statisticamente non abbia alcun valore, Sir Lewis ha impartito a tutti l’ennesima lezione, peraltro in qualifica, dove negli ultimi anni sembrava aver perso la brillantezza degli anni dominanti in Mercedes. Una giornata entrata a far parte della storia della Formula 1, in attesa di scoprire se i passi in avanti fatti vedere nel corso del venerdì saranno confermati anche nel resto del fine settimana, sia da Hamilton che dalla Ferrari: la SF-25 è apparsa decisamente più in forma rispetto a quanto visto finora, confermando quanto dichiarato da squadra e piloti alla vigilia del fine settimana. Una cosa è certa però: dopo la delusione del primo appuntamento c’era bisogno di dare una risposta e Sir Lewis lo ha fatto alla sua maniera. Ha battuto tutti i suoi avversari e ha suonato la carica.
