La Formula 1 è tornata e con lei anche i primi grandi colpi di scena. Un solo GP corso, quello d’esordio in Australia dominato dalla McLaren e da Lando Norris, che arriva così in Cina per la prima volta da leader del Mondiale. A Shangai però, ecco il primo importante cambio della stagione: con una nota ufficiale, la Federazione internazionale ha informato le squadre che, dopo aver visionato il comportamento delle ali posteriori a Melbourne, nuovi stringenti controlli saranno introdotti per limitarne la flessione, un tema tornato in voga dopo il caso del “mini-DRS” contestato a McLaren a partire dal GP di Baku del 2024.

Una mossa arrivata senza alcun preavviso e che entrerà in vigore con effetto immediato, anticipando i cambi previsti per la ali anteriori che verranno introdotti a partire dal nono appuntamento stagionale, quello del GP di Spagna. Due rivoluzioni, visto che tante delle squadre in griglia, imitando quanto fatto da McLaren, hanno puntato proprio sulla flessione delle componenti, con l’obiettivo di limare il più possibile le prestazioni delle monoposto in pista. Quello della Cina, però, sarà un cambio che farà sorridere Red Bull, la vera protagonista della battaglia giocata a suon di direttive. Già nel corso dei test del Bahrein il direttore tecnico della squadra, Pierre Waché, aveva attaccato McLaren e Ferrari, affermando come sia la MCL39 che la SF-25 godessero di sistemi simili al “mini-DRS” tanto discusso durante la passata stagione.“Penso che lo stiano ancora usando” aveva dichiarato il francese ai media presenti ai test. “Sarà un argomento di dibattito, è piuttosto visibile”. Detto fatto: all’Albert Park sono bastate 80 telecamere (quattro per ciascuna vettura) per confermare i dubbi della Red Bull, con la FIA intervenuta prontamente di fatto quasi azzerando la flessibilità concessa. Un attacco quello di Red Bull che nasce non soltanto dalle sole performance, come affermato dai colleghi di AutoRacer.it, che peraltro avevano anticipato l’entrata in vigore della nuova direttiva. A Milton Keynes conoscono bene una delle pedine chiave dietro il successo prima della MCL38, vettura che ha riportato a Woking il titolo Costruttori e poi della MCL39, che ha debuttato quest’anno: si tratta di Rob Marshall, arrivato in McLaren dopo 17 anni passati proprio in Red Bull.

Un innesto importante, come sottolineato già a maggio dello scorso anno da Helmult Marko alla testata austriaca oe24, ancor prima che la McLaren diventasse la prima forza del campionato: “Siamo al terzo anno con i regolamenti attuali e tutti copiano. Alcuni copiano meglio, e si può vedere il risultato di questo in McLaren. Anche la Ferrari si è costantemente sviluppata. In McLaren iniziano a vedersi i frutti dell’arrivo del nostro ex Rob Marshall, che ormai è con loro da 9 mesi”. In Red Bull le metodologie di lavoro dell’ingegnere inglese si conoscono benissimo, riuscendo quasi a prevedere alcune delle soluzioni adottate sulla vettura che ha dominato nel corso della prima gara stagionale. In tal senso, non è un caso che a iniziare la battaglia sul “mini-DRS” così come quella sulla flessione delle ali anteriori sia stata la squadra capitanata da Christian Horner, con anche la Ferrari pronta ad unirsi. Tutto finito? No, perché nel mirino della Red Bull non sono finite solo le ali progettate a Woking, come testimoniano le parole di Horner nella conferenza stampa post Melbourne: “È molto strano come le McLaren riescano a scaldare subito gli pneumatici, senza avere più consumo dopo. Di solito le due cose non vanno di pari passo, una dovrebbe andare a scapito dell’altra”. Un aspetto che ha colpito un po’ tutti nel paddock, come confermato anche da Toto Wolff sempre in conferenza: “Hanno una finestra così ampia che possono tirare sempre, in ogni condizione”. Dietro alla gestione perfetta ci sarebbero i cestelli dei freni della monoposto, sempre frutto della mente di Marshall. La Cina fornirà un quadro più chiaro rispetto a quanto visto a Melbourne, ma una cosa è certa: in questo momento a contare non è solo la pista e gli avversari sembrano essere pronti a tutto, Red Bull su tutti.
