Helmut Marko l’aveva detto: “Solo la Red Bull ha il fattore Max Verstappen. È capace di rendere possibile anche l’impossibile”. Parole forti, ma confermate ancora una volta da quanto fatto dall’olandese in Australia. Un fine settimana quasi senza senso, nonostante una Red Bull che, sebbene in gara abbia mostrato del potenziale, è ancora lontana, e di molto, dalla rivale McLaren.

Differenza rispetto alla scuderia inglese che, se si analizza il venerdì della Red Bull, è ben evidente. Mentre Lando Norris e Oscar Piastri pronti via scendevano in pista con una MCL39 veloce ed efficace sia sul giro secco che sul passo gara, nel box del numero #1 solo prove su prove. La RB21 è nervosa e, se in primo momento il problema è il sottosterzo, questo via via si va trasformando in sovrasterzo, consegnando a fine giornata un Max Verstappen a più di sei decimi dai migliori. Sabato il primo guizzo, in qualifica, nonostante un gap dal poleman Norris ancora importante: l’olandese è terzo, seppur a quasi quattro decimi dalla vetta. Un’opportunità da sfruttare a pieno a inizio gara, vista soprattutto la pioggia prevista, condizioni in cui Max e il suo talento si esaltano. E così è stato: pronti via il campione del Mondo in carica scavalca Oscar Piastri, mettendosi a caccia di Lando Norris. A metà gara, poi, ci pensa la pioggia a rimescolare le carte: i due McLaren sbagliano, mentre Verstappen è semplicemente perfetto. In tanti faticano a stare in pista, mentre lui e la sua RB21 provano l’impresa, rimanendo fuori con gomme slick. L’intensità della pioggia però aumenta e con una reazione fulminea da parte del muretto box, Verstappen rientra per montare le intermedie, di fatto salvando quanto di buono fatto fino a quel momento. Alla bandiera a scacchi l’olandese è secondo, uno scenario ben differente rispetto a quello immaginato dopo il difficile avvio del venerdì, confermando ancora una volta quanto sia determinante il suo impatto: le difficoltà ci sono, con una RB21 carente soprattutto nella gestione della gomma, ma Verstappen sembra quasi dimenticarsele non appena abbassa la visiera.

“È stata una gara bella e caotica”, ha dichiarato Max al termine del GP. “Lando ha fatto un errore in curva 6 e mi sono avvicinato, ma qui è molto difficile superare. Almeno abbiamo lottato per la vittoria e sono contento di aver preso buoni punti. Un inizio discreto per noi. Quando le McLaren sono entrate ai box, noi abbiamo deciso di rimanere fuori e penso che fosse la scelta giusta in quel momento, poi siamo stati costretti a rientrare, perché la pioggia scendeva più copiosa. Credo che se fossimo rientrati prima avremmo comunque chiuso secondi alla fine, credo. Almeno c'è stato un po’ di pepe, abbiamo provato un azzardo”. Ma sono le parole finali a far “paura”, perché poco contano le difficoltà, con l’olandese che in testa ha un solo obiettivo: vincere il quinto titolo mondiale, nonostante in questo momento sia la McLaren la favorita. “Siamo dove ci aspettavamo. Nel primo stint ci è mancato passo rispetto alla McLaren, ma vado via da qui con 18 punti in più rispetto al 2024. Dunque va bene”. Un messaggio chiaro, in vista di una stagione che promette di essere spettacolare: la McLaren ha confermato di essere, almeno al momento, la grande favorita, visto anche come la sua rivale più temuta sino al termine del venerdì australiano, la Ferrari, abbia ancora tanto lavoro da fare. In tanti però avevano dimenticato Max, che nei 57 giri di Melbourne ha rimesso subito le cose in chiaro. A lottare c’è anche lui.
