Federica Brignone arriva a Che Tempo Che Fa con una presenza scenica inedita: in tenuta da vice-brigadiera dei Carabinieri, il corpo sportivo con cui collabora. Una scelta simbolica, ma che racchiude bene il suo approccio: disciplina, rigore, attenzione ai dettagli. Qualità che le serviranno nella settimana più importante della stagione. Perché la valdostana è a un passo dalla storia: mancano solo 18 punti per la sua seconda Coppa del Mondo generale, un obiettivo ormai virtualmente raggiunto, ma che lei non dà ancora per scontato. “Non lascio nulla al caso”, spiega. Ed è per questo che nel viaggio verso Sun Valley, dove si disputeranno le finali, porterà con sé anche gli sci da slalom: se dovesse servire un’ultima gara per blindare il trofeo, Brignone vuole essere pronta. Perché vincere è importante, ma vincere con sicurezza lo è ancora di più.

In studio, Brignone si concede un momento per respirare e ripercorrere un’annata straordinaria. “È stata una stagione emozionante, talmente fuori di testa che non so neanche io come descriverla. Vincere a casa mia è stato ancora più bello”. Ma dietro ai successi c’è sempre una questione di fiducia e controllo. Lo sci è uno sport in cui il rischio è costante, e chi osa di più vince. Ma osare senza controllo può diventare un boomerang. “Il nostro sport è pericoloso, serve fiducia. Io sono un po’ maniaca del controllo, cerco di andare al mio limite e di alzarlo, ma senza andare oltre. Devo sempre sapere cosa sto facendo. E in questo momento mi fido, anche nelle condizioni difficili in cui altri magari fanno più fatica”. Poi arriva il tema inevitabile: Sofia Goggia. Le due hanno convissuto per anni tra rivalità e ammirazione reciproca, spinte dal desiderio di primeggiare e da personalità opposte. Brignone non nasconde il proprio approccio: “Ognuno vive le rivalità in modo diverso. Io punto sempre al mio massimo. Le mie avversarie non hanno nazionalità, ma avere persone in squadra che vanno forte aiuta a far crescere il livello”.

Quello che un tempo sembrava un duello senza tregua, oggi appare più disteso. Anche i rapporti umani si evolvono, e l’ultima dimostrazione arriva proprio da Goggia, che dopo il trionfo di Brignone a La Thuile ha pubblicato su Instagram il video della sua vittoria con la didascalia: “Momenti felici che non andranno dimenticati”. Una storia di rivalità che ha acceso lo sci italiano, ma che ora sembra aver trovato un equilibrio: due campionesse diverse, ma con lo stesso fuoco dentro. Poi Fazio, noto tifoso di Jannik Sinner, non può resistere alla tentazione di tirare in ballo il numero uno del mondo. Brignone sorride, ma non si fa illusioni: “Certo che mi piacerebbe giocare con Sinner, ma non penso che si divertirebbe con me. Lui picchia la palla così forte che non riuscirei nemmeno a vederla. Se poi andiamo a sciare, sono sicura che riuscirebbe anche a starmi dietro”. E a proposito di grandi palcoscenici, il discorso cade inevitabilmente sulle Olimpiadi. Brignone, però, mantiene il suo solito approccio concentrato sul presente: “Per il momento non ci sto ancora pensando. Può cambiare tutto, quindi spero solo di arrivarci nelle migliori condizioni”.

A condividere il palco con Brignone c’è un’altra icona dello sci italiano: Deborah Compagnoni. E le sue parole sono un riconoscimento importante: “Penso che Federica rispetto a me sia stata molto più brava a organizzare la sua carriera. È arrivata più preparata nei vari momenti, io forse ero più istintiva. Ho perso tante gare, mi sono infortunata e ho smesso abbastanza giovane. Lei ha fatto delle scelte più mirate e in questo è stata più brava di me”. Un passaggio di testimone simbolico tra due epoche diverse dello sci italiano. Ora, però, Brignone deve tornare al suo mondo, quello delle piste, della velocità e delle scelte che fanno la differenza in una frazione di secondo. Sun Valley è l’ultima tappa di un viaggio straordinario, e la seconda Coppa del Mondo generale è lì, a portata di mano. Federica ha già dimostrato di saper dominare la pressione e di non temere le sfide. E mentre la stagione si avvicina al gran finale, una cosa è certa: non è ancora il momento di abbassare la guardia.