Jannik Sinner aveva scelto di approfittare della pausa forzata per sistemare anche ciò che nel tennis non si vede, ma vale (quasi) quanto un Grand Slam: il suo team. E stavolta non si tratta di coach o fisioterapisti, ma di management. Via StarWing, dentro Avima. Un cambio radicale nella gestione della sua immagine e del suo futuro commerciale, segnato dall’uscita di scena di Lawrence Frankopan e dalla promozione a manager unico dell’amico di sempre Alex Vittur, già da tempo regista silenzioso di molte delle sue scelte. Vi abbiamo raccontato in esclusiva dell’uscita di scena di Marco Panichi e Ulises Badio, preparatore e fisioterapista del numero uno al mondo. Una decisione dettata dalla volontà, tra le altre, di mantenere quel low profile che in primis appartiene all’azzurro. E, in questo low profile, rientra anche Alex Vittur. Ma chi è davvero? Non un volto nuovo per chi segue da vicino l’ascesa di Sinner. Ex tennista di Brunico, oggi quarantenne, è stato la prima guida reale del ragazzo di San Candido. L’uomo che, quando Jannik aveva appena 13 anni, lo segnalò a Massimo Sartori, lo convinse a mollare lo sci alpino, lo accompagnò a Bordighera da Riccardo Piatti e lo seguì nei suoi primi passi da promessa. Un fratello maggiore, un mentore, un consigliere. Ma soprattutto, un volto familiare per tutta la famiglia Sinner.

Il loro legame, racconta chi li conosce bene, è rinsaldato anche da un linguaggio esclusivo, parlato in dialetto pusterese, soprattutto quando non vogliono farsi capire. Hanno proprio un modo di capirsi al volo quando non vogliono che terzi interpretino i loro dialoghi. Vittur oggi è anche vicepresidente del CdA di Kronplatz Seilbahn, nel consorzio che gestisce le funivie di Plan de Corones. Ma nel business del tennis è ormai un punto fermo: Avima Sports & Business Management, l’agenzia fondata da lui stesso, segue da ora tutte le attività contrattuali, gli accordi di sponsorizzazione e la tutela dell’immagine pubblica di Sinner, che nel 2024 ha superato i 57 milioni di dollari in guadagni. Nessuno come lui, tra gli italiani. E pochissimi come lui nel tennis mondiale. Sinner stesso, in un’intervista al Corriere della Sera del 2022, aveva sintetizzato così il ruolo di Vittur: “La persona che mi conosce meglio di tutti è Alex Vittur. La mia storia è cominciata con lui quando avevo 12 anni. Grazie a lui sono andato a Bordighera da Piatti. Mi conosce a memoria, sa tutto di me. È amico, fratello, famiglia”.

Il corso manageriale non intacca però la compattezza dello staff tecnico, che resta costruito su una base ristretta ma fortissima: Simone Vagnozzi e Darren Cahill, i due coach di riferimento, compongono la squadra tecnica che lo segue quotidianamente. Vagnozzi è con lui dal 2022, una presenza costante nei blocchi di preparazione e nel lavoro tattico. Cahill, più “super coach”, che non è escluso possa rimanere oltre il limite che lui stesso si era posto. Sinner stesso ha descritto il suo staff come una seconda casa: “Vedo più spesso loro che i miei genitori”, ed è proprio per questo che sono sempre più centrali per un uomo riservato come lui l'assenza di sovraesposizione e soprattutto una fiducia maniacale nel suo inner Circle. Più fedeltà al Dna di un ragazzo che, pur diventando leader globale, ha sempre voluto restare connesso alle sue radici. Uno stile sobrio ma deciso rispecchiato alla perfezione dalla sua nuova squadra. Quindi no, Sinner non è “pazzo” che sceglie di togliere persone che fino a poco prima erano nel team. Ama le regole, soprattutto morali, e ama che chi è con lui le rispetti peril bene comune e per il successo complessivo.