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Ok, ma com'è possibile che le Moto3 di oggi vadano più forte della Honda NSR 500 di Valentino Rossi?

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

3 marzo 2024

Ok, ma com'è possibile che le Moto3 di oggi vadano più forte della Honda NSR 500 di Valentino Rossi?
Tutti gli strumenti e le attenuanti per capire come mai David Alonso nei test di Jerez della Moto3 sia stato più veloce di Valentino Rossi e della sua Honda NSR 500 Nastro Azzurro del 2001, facendoci sentire straordinariamente invecchiati

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

La notizia arriva a pochi giorni dall'inizio della MotoGP 2024. È di quelle tecniche, di quelle che lette per la prima volta fanno spavento, che gettano una secchiata d'acqua gelida sul viso degli appassionati, di coloro che di due ruote e corse sanno proprio tutto. Nei test della Moto3 a Jerez David Alonso - Team Aspar -  ha girato più forte della pole position del 1999 di Alex Crivillé, firmata con la Honda NSR 500 sulla stessa, medesima, identica, pista andalusa. Il 17enne madrileno con il suo 1'43"315 ha scartavetrato l'1'43"674 che venticinque anni fa valse la prima casella sulla griglia di partenza del Gran Premio di Spagna della 500cc. Spolverando tra gli archivi e riportando alla luce fogli dei tempi ingialliti del librone mastro del Motomondiale, ti accorgi che David ha anche battuto il giro veloce in gara di Valentino Rossi nel 2001, che a Jerez - sempre sulla NSR 500 due tempi - girò in 1'43"739. Allora, mentre la vecchiaia da pensiero distante e disinteressato diventa improvvisamente un macigno che calpesta le tua capacità di razionalizzare, ti chiedi come sia possibile che le vecchie centoventicinque possano essere più veloci di quella Honda così brutale, bella, potente, eternamente giovane e apparentemente imbattibile a cavallo degli anni duemila.

Una premessa è doverosa: le Moto3 a Jerez sono andate fortissimo, in maniera per certi versi sorprendente. Il tempo di David Alonso risulta due secondi abbondanti più rapido della pole position di Can Oncu di dieci mesi fa. Quasi tre secondi tolti al record in gara di Ryusei Yamanaka; un secondo e sei decimi sotto il best lap all time della Moto3 sulla pista andalusa, che fino alla settimana scorsa apparteneva ad Andrea Migno. Il motivo? Principlamente le gomme, il passaggio da Dunlop a Pirelli è l'unico grande cambiamento introdotto sul piano tecnico nel corso di questo inverno. Con gli pneumatici della Casa lombarda (che sarà fornitore unico per entrambe le classi propedeutiche alla MotoGP fino al 2026) anche la Moto2 - in misura inferiore rispetto alla Moto3 - ha registrato cronologici da record nei test di Jerez. Un'altra importantissima variabile che potrebbe aver influito? La temperatura. David Alonso si è preso la vetta della classifica mentre il termometro, nell'aria andalusa, segnava quindici gradi. Trentasei sull'asfalto. Tutti i record precedenti di Jerez della Moto3, invece, fanno riferimento ai vari Gran Premi di Spagna, che di consueto si tengono a maggio inoltrato, quando all'ombra non si scende sotto ai trenta gradi e vicino ai cordoli si sfiorano i sessanta. Il 9 maggio 1999 Alex Crivillé vinceva in 500cc nella gara di casa sotto un sole cocente, con i tifosi spagnoli in visibilio - a torso nudo - su prati e tribune.

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David Alonso in azione - Moto3, test precampionato, Jerez 2024

Poi si arriva al fulcro della questione: le Moto3 di oggi (motore monociclindico da 250cc, quattro tempi) godono di una potenza di 60 cavalli per circa 80 chilogrammi di peso; la Honda NSR 500 di Valentino Rossi e Alex Crivllé pesava 120 chili e sprigionava una potenza di 180 cavalli piuttosto liberi dai tagli dell'elettronica. Tuttavia, le differenze nel rapporto peso-potenza a Jerez sono quasi impercettibili rispetto alla maggior parte delle piste storiche del Motomondiale. Il circuito intitolato ad Angel Nieto, infatti, è tutto un susseguirsi di pieghe dolci, scorrevoli, ad ampio raggio. Al centro di queste curve, ogni anno, puntualmente, la Moto3 fa segnare velocità superiori rispetto alla MotoGP. Nessuna ripartenza brusca soprattutto, se non quella in uscita dall'ultimo rampino prima del rettilineo dei box. A proposito; i due "dritti" di Jerez sono brevi e seguiti da frenate impegnative: la top class vi appoggia per qualche decimo di secondo la sesta marcia, sfiorando i 300 orari. In Andalusia, sostanzialmente, il divario tra le tre classi si riduce in maniera eccezionale.

Infine, è difficile ammetterlo, ma la NSR 500 di Valentino Rossi - seppur indimenticabile - resta un oggetto distante venti e passa anni. Nel 1999 il passo gara di Alex Crivillé faceva la spola tra l'1'45"alto e l'1'46"basso. Pecco Bagnaia ha trionfato nel Gran Premio di Spagna edizione 2023 non schiodandosi mai dal ritmo dell'1'38", con punte sul trentasette. Nel progresso tecnologico che ha investito il mondo e la MotoGP sono state trascinate, volenti o nolenti, anche le cilindrate inferiori. Eppure, sentirsi dire che la Moto3 va più forte di quella NSR 500, continua irrimediabilmente a fare impressione.

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