Ve lo ricordate quando, da ragazzini, passavate ore e ore nel garage dell’amico smanettone e, con i soldi messi da parte di compleanni, feste e mancette montavate, di gran nascosto dai vostri genitori, quel pezzo comprato usato o quello scarico che poteva dare un mezzo cavallo in più e tutto un altro sapore di proibito ai vostri cinquantini? Bene, in MotoGP tra lunedì e martedì hanno fatto la stessa cosa sulle MotoGP, solo che al contrario, per farle andare più piano invece che più forte. Il motivo? Avvicinarsi il più possibile a quelli che saranno i prototipi del 2027, con cilindrata ridotta e aerodinamica limitatissima, e consentire quindi a Pirelli di testare i nuovi pneumatici in condizioni più vicine possibile alla nuova realtà della MotoGP..

Al Marco Simoncelli World Circuit di Misano, infatti, è andata in scena la prima di Pirelli sulle moto della classe regina e, chiaramente, c’è stata la necessità di lavorare con qualcosa che risultasse almeno simile ai prototipi imposti dal nuovo regolamento, con i tecnici delle cinque case della MotoGP che si sono messi al lavoro per ridurre cavalli, potenze e dispositivi. Cosa ne è venuto fuori? Ufficialmente nessuno dice (forse perché non può) nulla, ma chi c’era racconta di una gran giornata di gas aperto che ha ricordato le corse di una volta. E sembra che anche i tempi siano stati decisamente buoni rispetto alle aspettative.

Di certo, comunque, non è stato il cronometro l’obiettivo da tenere d’occhio per tutti, con i piloti che si sono concentrati sulla risposta delle gomme. In pista sono scesi Lorenzo Savadori per Aprilia, Michele Pirro per Ducati, Dani Pedrosa per KTM, Augusto Fernandez per Yamaha e Takaaki Nakagami per Honda. E i pareri, stando a quanto è dato sapere, sono stati più che positivi da parte di tutti, anche se chiaramente è davvero troppo presto per parlare di massima performance. Pirelli, si legge nel comunicato diffuso dal produttore di pneumatici, ha organizzato e definito i parametri e il piano di prove in accordo con i costruttori e ha messo a disposizione di ciascun team 7 set di pneumatici, in due versioni per l’anteriore e tre per il posteriore, nelle attuali misure utilizzate in MotoGP, cioè cerchi da 17 pollici di diametro con larghezza di 4” all’anteriore e 6,25” al posteriore. Tutte le gomme saranno prodotte nello stabilimento dell’azienda a Breuberg, in Germania, lo stesso che realizza tutti gli pneumatici radiali da competizione per moto e alcuni dei modelli di maggiore successo per uso stradale.
“Il test di Misano – ha dettoil direttore motorsport di Pirelli, Giorgio Barbier - è stato il primo passo nel nostro ritorno al Campionato del Mondo, e siamo molto soddisfatti sia dell’ottimo rapporto di lavoro che si è instaurato tra i nostri ingegneri e tutti i team e i piloti dei test team, sia delle prestazioni degli pneumatici. Il test si è svolto secondo il piano prove, che ha anche incluso una simulazione di Sprint race, e i primi riscontri ricevuti sono molto incoraggianti, visto che questo test ha generato una grande mole di dati da analizzare per proseguire il nostro lavoro di sviluppo. Le caratteristiche più apprezzate sono sicuramente il grip, la rapidità di warm-up e la fiducia. Abbiamo deciso di affrontare la MotoGP con la stessa filosofia che ci ha sempre contraddistinto nel mondo delle corse motociclistiche: gli pneumatici dovranno essere dedicati esclusivamente alla classe regina, perché questo è quanto richiede il regolamento. Vogliamo inoltre sfruttare le tecnologie e i processi consolidati in anni di produzione con il triplice obiettivo di rendere la nostra partecipazione a questo campionato un esempio virtuoso di sostenibilità nello sport, offrire una qualità e una costruzione omogenea del prodotto e, ultimo ma non meno importante, trasferire più direttamente le tecnologie e il knowhow che svilupperemo in MotoGP verso pneumatici destinati all’uso stradale a beneficio dei motociclisti di tutto il mondo”.
