Tribune e prati semivuoti dopo il pienone, con tanto di record, del fine settimana del GP di San Marino e della Riviera di Rimini al Marco Simoncelli World Circuit, ma moto comunque in pista per una giornata di test che piloti e collaudatori hanno sfruttato fino allo scoccare delle 18. Di novità tecniche, ad eccezione del V4 di Yamaha, non se ne sono viste tante e nemmeno di particolarmente clamorose, ma case costruttrici e team hanno principalmente perfezionato gli assetti in vista delle prossime tappe del mondiale. Con qualcuno che, come Marc Marquez e Ducati, ha potuto cominciare a lavorare anche in ottica 2026. La classifica dei tempi ha visto Pedro Acosta conquistare la vetta con il miglior crono, seguito da Alex Marquez del Team BK8 Gresini Racing e Marco Bezzecchi di Aprilia. Ma andiamo per ordine…

Aprilia ha “ripreso le misure” con Jorge Martìn, mentre Marco Bezzecchi…
Il team di Noale ha concentrato i propri sforzi su un telaio già sperimentato in precedenza, ma che necessitava di una nuova valutazione alla luce dell'evoluzione della RS-GP. Marco Bezzecchi, autore del terzo tempo finale nonostante la festa per il bellissimo week end e gli occhi di uno che avrebbe voluto dormire altre sette o otto ore , ha spiegato la complessità del lavoro: "Stiamo lavorando molto anche se il test del lunedì è un'arma a doppio taglio, dato che la pista è sempre incredibile in termini di aderenza: bisogna stare molto attenti nel capire cosa è migliorativo e cosa no. Sto riprovando quel telaio e posso dire che va bene. Ha dei punti forti e deboli, ma dopo tante gare con una determinata moto serve tempo per capire se effettivamente è migliorativo o meno". Interrogato sulla possibilità di utilizzare questa soluzione nelle prossime gare, il Bez ha mostrato cautela: "In questo momento non so se lo userò in futuro o meno, ma questa era l'ultima possibilità per riprovarlo e lo stiamo facendo. Adesso ho una buona base quindi dobbiamo essere sicuri veramente se vogliamo provarlo in una gara".
Il pilota romagnolo ha anche evidenziato una criticità: "Sembra che nell'ultimo quarto di gara, quando le gomme calano, ci manchi ancora qualcosa per lottare fino alla fine con le Ducati". Jorge Martín, campione del mondo in carica, ha invece sintetizzato il lavoro fatto con una battuta: “abbiamo ripreso le misure”. Un modo sintetico per spiegare che gran parte del lavoro ha riguardato ergonomia, posizione in sella e posizione del manubrio, con il campione del mondo che è anche apparso particolarmente soddisfatto, oltre che ben consapevole di dover sfruttare quello che resta della stagione 2025 per pianificare al meglio il 2026. “Era importante – ha aggiunto Martìn, che è anche stato protagonista di una caduta in Curva 8 – che io mi sentissi più comodo". Sempre per quanto riguarda Aprilia, Raul Fernández ha completato numerosi giri chiudendo in top ten, mentre Ai Ogura non è sceso in pista dopo la caduta di domenica.
Ducati: per Marc Marquez è già il 2026, mentre Pecco Bagnaia e gli altri
La casa di Borgo Panigale ha focalizzato l'attività su elettronica, consistenza del passo e miglioramenti nell'ingresso di curva. Alex Marquez si è distinto come il migliore delle Desmosedici con il secondo posto assoluto, mentre il compagno di squadra Fermin Aldeguer ha concluso decimo. Francesco Bagnaia ha utilizzato il pacchetto aerodinamico 2024 abbinato al telaio 2025, nel tentativo di ritrovare quel feeling che sembra sfuggirgli negli ultimi Gran Premi, ma la sua sessione si è conclusa con una caduta alla prima curva nell'ultima ora di prove (qui, comunque, abbiamo raccontato tutte le sensazioni di Pecco dopo il test). Marc Marquez ha testato diversi forcelloni per ottimizzare le uscite dalle curve, chiudendo sesto (qui vi abbiamo già raccontato tutto). Particolarmente interessante è stato il lavoro del collaudatore Michele Pirro, che ha sperimentato soluzioni aerodinamiche innovative: sviluppi che potrebbero rappresentare un'anteprima delle future GP26 o addirittura GP27. Le modifiche non hanno riguardato solo la presa d'aria anteriore, ma anche i parafanghi, completamente diversi rispetto alla configurazione attuale della Desmosedici.
Honda: tanto lavoro e un Marini pronto a fare anche la parte di Mir
Con Joan Mir assente a causa della caduta del venerdì, Honda ha affidato il programma di test a Luca Marini, che ha sperimentato un telaio aggiornato e una diversa configurazione aerodinamica posteriore, simile a quella utilizzata all'inizio del 2025. "È stata una giornata davvero intensa per noi – ha detto il tavulliese, che in classifica ha chiuso undicesimo - purtroppo, Joan non ha potuto guidare e abbiamo dovuto modificare leggermente il nostro programma. Il tempo e la pista erano perfetti, abbiamo provato molte cose e nel complesso sono soddisfatto, sia per le prossime gare che per il futuro a lungo termine. Vorrei ringraziare tutti i membri del team nel box e in Giappone per il loro duro lavoro, perché questo fine settimana e oggi abbiamo ottenuto molti risultati positivi".
Il pilota si è mostrato realistico, però, sulle sfide più immediate: "Come sempre, dobbiamo trovare il miglior compromesso tra tutti gli aspetti della moto. Ci sono ancora alcune cose da migliorare, ma mi dirigo verso le gare in Asia con molta ambizione per continuare il nostro percorso". La Honda ha portato in pista alette "da stegosauro" e nuovi convogliatori per ottimizzare deportanza e stabilità. Gli LCR? Johann Zarco ha chiuso quindicesimo e Somkiat Chantra ventiduesimo.
KTM: mai più catene spezzate. E Pedro Acosta racconta…
Pedro Acosta ha dominato la giornata di test conquistando il miglior tempo in 1:30.374, una prestazione che assume ancora più valore considerando il ritiro di domenica causato da problemi alla catena. "Gli altri erano più stanchi di me, visto che ieri non ho fatto molti giri – ha scherzato -Ma è stato bello riprendersi dopo il triste pomeriggio di ieri e dimostrare di avere la velocità necessaria". Acosta ha sottolineato i progressi compiuti sull'assetto: "Sono abbastanza contento perché volevo migliorare il nostro assetto di base per essere un po' più veloci. Di solito facciamo fatica nelle curve veloci come la 11 o la 13, e ora ci aspettano circuiti con secondi settori veloci come Giappone, Indonesia, Phillip Island e Malesia". Il nuovo paracatena testato ha dato risultati incoraggianti.
"Sì, oggi hanno portato qualcosa di nuovo per il problema della catena. Ha funzionato? Molto bene. Molto meglio di ieri- ha scherzato ancora Acosta – Anche i problemi, senza la catena diventano inutili da analizzare". Per il futuro, Acosta mantiene i piedi per terra: "Devo concentrarmi sul resto del campionato. Ci sono ancora molte gare e buone opportunità che potremmo sfruttare. Dopo Valencia avremo tempo per pensare all'anno prossimo, ma questa è una moto con cui mi sento molto più a mio agio rispetto all'inizio dell'anno. Ora riesco a guidare in modo più naturale, senza dover pensare troppo". Brad Binder ha chiuso quattordicesimo, Enea Bastianini dodicesimo dopo tanto lavoro sulla messa a punto, mentre Maverick Viñales ha lavorato per recuperare dalla spalla infortunata. Il collaudatore Dani Pedrosa ha invece testato un forcellone aggiornato e un nuovo scarico, chiudendo ventunesimo.
Yamaha: è già il V4 della discordia
La grande novità della giornata è stata rappresentata dallo sviluppo del motore V4 di Yamaha, sceso in pista con Fabio Quartararo e Jack Miller. Mentre Miguel Oliveira ha completato la rappresentanza Yamaha-Pramac, visto che a fine stagione se ne andrà, Jack Miller ha chiuso diciannovesimo. Perché la facciamo così corta? Perché abbiamo già raccontato dei mal di pancia di Fabio Quartararo e "i tranquillanti somministrati" da Jack Miller qui (ecco il link).
Test importanti anche per Dainese. A raccontarlo è Fabio Di Giannantonio…
Fabio Di Giannantonio, così come altri piloti legati a Dainese, non si è limitato al lavoro sulla moto, dedicando tempo anche allo sviluppo di una nuova tuta Dainese. "Con Dainese – ha spiegato - stiamo lavorando per cercare di migliorare la tuta sia per quanto riguarda i movimenti che la sicurezza. L'abbiamo provata due settimane fa e l'ho voluta riprovare con la MotoGP visto che l'ergonomia è un po' diversa. Volevamo vedere se stavano andando nella direzione giusta e adesso posso dire di sì: è la direzione giusta. Quest’anno ho portato tante novità in pista: la mia tuta è spesso stata prototipo, abbiamo fatto grandi step che piano piano stiamo portando a tutti gli altri piloti. Questo mi inorgoglisce".