Come motivare uno come Dusan Vlahović? Massimiliano Allegri, ai tempi della Juventus, aveva trovato una soluzione drastica: lasciarlo in panchina, nonostante l’ingaggio pesante e gli 80 milioni (compresi i bonus) per averlo. Anche a costo di suscitare qualche fastidio nel serbo, persino scatenando intorno a lui tempeste di critiche, di “lo avevamo detto” (spesso provenienti da Firenze) e moti di indignazione per la scarsa applicazione. Vlahović alla Juve non è mai stato costante, né con Allegri né con Thiago Motta. Dopo la mezza stagione completata da Igor Tudor, il serbo sembrava destinato ad andarsene da Torino, verso Milano, di nuovo da Max. Tant’è che i bianconeri si erano premurati di tesserare il sostituto, Jonathan David, preso a zero e subito considerato il titolare. Invece, dopo un’estate di voci, Vlahović è rimasto. L’energia accumulata in questi mesi deve essere stata tanta, perché in questo inizio ha già segnato quattro gol (e uno con la Serbia nella pausa per le nazionali). Ieri, in Champions League contro il Borussia Dortmund, ha fatto doppietta e ha permesso alla Juve di prendersi un punto importante, seppur in casa ci si aspettasse una vittoria. E dopo i gol l’esultanza era quella con il dito vicino all’orecchio: “Non vi sento più”. A Dusan forse serve questo per caricarsi: sentirsi messo in discussione, criticato, panchinato. Come ha fatto un altro serbo, che però gioca a tennis, per tutta la carriera: Novak Djokovic – che per storia, talento e carisma è superiore a Vlahović, questo è ovvio – è diventato il cattivo della storia, il villain da battere. Un ruolo logorante ma necessario per Nole ad arrivare in vetta.

Stasera, invece, ad Amsterdam arriva l’Inter di Christian Chivu, decisamente con meno spinta dei bianconeri. Tanti dubbi, già due sconfitte, un cammino in salita. Giocatori da recuperare e altri da far evolvere, specialmente in attacco. Ma anche in porta qualche problema Chivu ce l’ha. Yann Sommer è stato criticato duramente dopo l’intervento mancato sul tiro non imprendibile di Adzic che ha regalato la vittoria alla Juve al novantunesimo. Inevitabile pensare a un cambio nelle gerarchie: dentro Joseph Martinez, fuori Sommer. Una sostituzione che forse ci si aspettava prima, sia per età, sia per investimento (Martinez è stato preso dal Genoa per quasi 15 milioni). Invece, l’allenatore dell’Inter ha difeso il numero uno nerazzurro e ha confermato che contro l’Ajax partirà ancora dall’inizio. E chissà se questi attacchi saranno la benzina per il portiere svizzero, come lo sono stati per Vlahović. Nel bel mezzo delle critiche, qualcuno riesce a tirare fuori energie nascoste. L’Inter ha bisogno anche di questo.

