Atalanta (40 punti), Napoli (38), Inter (37, con una partita da recuperare). La classifica non mente, né fa sconti. I nerazzurri bergamaschi di Giampiero Gasperini, undici vittorie consecutive, non sono al comando per caso. Detentori dell’Europa League (mica la coppa del nonno), protagonisti in Champions, guidati con mano sicura, esprimono un gioco consolidato e i due crack del campionato: il pallone d’oro africano Ademola Lookman e il “Principe Charles” De Kataleare, regalo del Milan “deMaldinizzato”, atteso su palcoscenici più scintillanti della serie A. Antonio Conte, senza l’assillo dell’Europa (che gli è indigesta), può orientare il suo Napoli sull’unico obiettivo del campionato. Ci è già riuscito con Juve e Inter. È la sua specialità. Attende rinforzi dal mercato di gennaio. Simone Inzaghi sa come si fa. Guida i campioni d’Italia. Potrebbe schierare due formazioni, entrambe da zona nobile del campionato. È impegnato su quattro fronti, ma non vuole farsi mancare nulla. Ci mancherebbe.
Juventus (31) e Milan (26, una sfida in meno) arrancano lontane. Thiago Motta è frenato dagli infortuni, ma non solo. Se l’assenza di Gleison Bremer è grave, resta lecito chiedersi se l’assenza di un difensore (non stiamo parlando di Maradona o Messi) possa incidere così profondamento sul rendimento (e i risultati) di un’intera squadra. Non sta meglio Paulo Fonseca. Mangia il panettone, ma non è ancora chiaro (forse nemmeno a lui) se il Milan sia quello entusiasmante del derby e di Madrid, o quello senza… cuore che pareggia in casa con il Genoa. Lazio (34), Fiorentina (31, una gara da giocare) e, forse, Bologna (28, con una partita in meno) possono recitare il ruolo di comprimarie. Un piazzamento in Champions sarebbe da incorniciare, Non sarà semplice. Il resto del plotone (Roma e Torino comprese) può solo aspirare a tenersi lontano dalle sabbie mobili, che inghiottono verso la retrocessione. “I pronostici li sbaglia chi li fa”, diceva Gianni Brera. Nessun paragone. Non sia mai. Ma con un’avvertenza. Due variabili importanti. La Supercoppa italiana dal 2 al 6 gennaio in Arabia Saudita (pecunia non olet) con Inter, Milan, Juventus e Atalanta, che salteranno un turno in campionato (e gli altri faranno punti). Il mercato di riparazione, che non stravolge ma aggiusta. Triplete finale. Perché cacciare un allenatore (Alessando Nesta, Monza) dopo aver perso di misura, e spaventato la corazzata bianconera? Perché annullare al Venezia un gol (contro il Cagliari) per un tacchetto in fuorigioco? Perché pentirsi (Roberto Mancini) di aver abbandonato la Nazionale per una montagna di soldi? Sereno Natale a tutti. E al nostro calcio, che ne ha bisogno. Ci sarà modo di brindare al Capodanno.