Dopo quello di Romain Grosjean in Bahrain nel 2020 e quello di Max Verstappen e Lewis Hamilton a Silverstone e a Monza nel 2021, la Formula 1 torna a regalarci un altro terribile incidente concluso fortunatamente senza conseguenze gravi. Nel GP di Inghilterra 2022 caos al via con uno schianto che ha coinvolto cinque vetture, tra attimi terribili di attesa a concitazione. L'immagine più spaventosa dell'incidente è stata quella del momento dell'impatto di Guanyu Zhou, il pilota cinese dell'Alfa Romeo racing al debutto quest'anno in Formula 1. Dopo un contatto con la monoposto del britannico George Russell infatti la vettura di Zhou ha preso il volo, ribaltandosi e finendo rovinosamente prima a terra e poi contro le barriere, dove si è incastrata tra le recinzioni che dividono la pista dalle tribune e il muro di copertoni che, dopo la ghiaia della curva, frena la velocità di uscita delle monoposto "a muro".
Nel violentissimo impatto con il terreno l'Alfa Romeo di Zhou ha rotto completamente il roll bar, una struttura protettiva predisposta per proteggere gli occupanti della monoposto proprio in caso di ribaltamento. La vettura di Zhou aveva effettuato tutti i controlli di omologazione necessari per partecipare al campionato, la rottura del roll bar risulta quindi anomala e verrà indagata da una commissione della FIA per la sicurezza. Ancora più importante in questo caso la presenza dell'halo, un'aureola salvavita introdotta in Formula 1 a partire dal 2018 che - ancora una volta - ha salvato la vita di un pilota.
Come funziona l'halo?
Il tanto chiacchierato halo è un sistema di protezione in titanio progettato per le monoposto da Formula e introdotto, su mandato della Federazione Internazionale dell'automobile, nel 2018 in Formula 1, Formula 2, Formula 3 e Formula E mentre a partire dal 2021 anche in Formula 4.
Si tratta di una barra curva composta da una staffa collegata a tre punti del telaio attraverso tre bracci che, coprendo la testa del pilota in tre punti, vanno a proteggerne la sicurezza evitando urti violenti e permettendo al casco di non toccare mai l'asfalto in caso di ribaltamento. L'halo è stato omologato anche per proteggere la testa dei piloti anche da oggetti che, ad alta velocità, potrebbero schiantarsi contro il loro casco diventando proiettili pericolosissimi. Questo il caso del terribile incidente di Felipe Massa nel 2008 in Ungheria quando, una piccola molla persa dalla Brawn GP di Rubens Barrichello, lo colpì a oltre 200 chilometri all'ora, trasformando un oggetto di neanche 800 grammi in un'arma capace di causargli una commozione celebrale.
Secondo una simulazione effettuata dalla FIA utilizzando i dati di 40 incidenti reali, l'uso dell'halo in questi pochi anni ha portato ad un aumento del 17% del tasso di sopravvivenza dei piloti: un dato che non lascia dubbi, nonostante le molte critiche iniziali arrivate per contrastare il "brutto" sistema di sicurezza, sulla sua efficienza di azione.
Il sistema, che pesa solo 9 chilogrammi e da solo riesce a sostenere più di 12 tonnellate (il peso di due elefanti), può resistere all'impatto frontale con una ruota (o un altro oggetto) sparato verso la monoposto a 225 km/h, andando così a diminuire notevolmente alcuni tra i pericoli maggiori in cui incorrono i piloti ad ogni gara. L'halo non è sviluppato personalmente dai team ma viene fornito alle squadre direttamente dalla FIA che sceglie un produttore esterno per far realizzare il sistema in modo uguale per tutte le monoposto sulla griglia.
Tutti gli incidenti in cui l'halo ha protetto un pilota
Domenica a Silverstone l'halo non ha protetto solo Guanyu Zhou da un incidente che, senza il roll bar andato distrutto nel ribaltamento, avrebbe probabilmente portato alla morte del pilota ma ha anche salvato una vita in Formula 2 dove, Dennis Hauger e Roy Nissany sono stati protagonisti di un terribile schianto, simile a quello visto a Monza lo scorso anno tra Lewis Hamilton e Max Verstappen.
Rientrato in pista malamente dopo un contatto, Hauger ha perso il controllo della propria monoposto, saltando un cordolo e finendo rovinosamente sopra la monoposto di Nissany che - senza la presenza dell'halo - sarebbe stato colpito in testa dalla pesantissima vettura. Un incidente che, come sottolineato, ricorda un altro caso in cui l'halo è risultato fondamentale: quello del GP d'Italia del 2021 in cui il pilota Red Bull Verstappen è finito, con la propria monoposto, completamente sopra la Mercedes di Hamilton, che senza la protezione in titanio sarebbe stato colpito dalla ruota dell'avversario.
Il primo grandioso caso in cui l'halo ha aiutato nella sicurezza in pista è stato però quello a Spa proprio nel 2018, anno d'introduzione del sistema, quando la McLaren di Fernando Alonso è caduta addosso all'allora rookie Charles Leclerc che, alla guida dell'Alfa Romeo, non ha potuto che subire il durissimo colpo.
Halo fondamentale anche, nel 2020, a salvare Romain Grosjean dal terribile rogo del Bahrain: finito rovinosamente contro il guardrail della pista, il francese senza l'halo non sarebbe uscito illeso dall'incidente che, oltre alle fiamme, lo ha visto fare i conti con le lamiere, allargate e aperte proprio dal sistema di sicurezza voluto da Jean Todt.
Chi era a favore e chi era contrario all'introduzione dell'halo
Il sistema introdotto dalla FIA fu fortemente voluto dall'allora presidente della Federazione Jean Todt che andò fino in fondo nella scelta di aumentare la sicurezza dei piloti lavorando sul punto più a rischio, la testa, dopo il brutto incidente di Felipe Massa in Ungheria nel 2008 e il terribile dramma di Jules Bianchi a Suzuka nel 2014 - che costò la vita al francese - ultimo morto in Formula 1.
L'halo però, esteticamente considerato brutto dalla maggior parte dei piloti sulla griglia, venne fortemente criticato da molti puristi: il tre volte campione del mondo Niki Lauda, l'iridato nel 1997 Jacques Villeneuve ma anche Lewis Hamilton (che definì l'halo "la peggior modifica nella storia della Formula 1"), Romain Grosjean e altri piloti impegnati in Formula 1 al momento dell'introduzione della norma. La maggior parte di questi però si ricredettero subito, tornando sui propri passi e ammettendo l'importanza del nuovo sistema e di lavorare costantemente per avere una Formula 1 più sicura.
Subito a favore dell'introduzione invece lo scozzese Jackie Stewart, pioniere della sicurezza nel mondo del motorsport, che paragonò il nuovo sistema - accolto con molti dubbi - all'arrivo delle cinture di sicurezza in Formula 1: "Nessuno voleva le cinture, ho dovuto lottare molto per portare nel circus sistemi che oggi vengono considerati banali. L'halo sarà la stessa cosa".