Al sesto minuto della partita di Seria A Juventus-Fiorentina l’arbitro Mariani ha richiamato tutti i giocatori intorno al centrocampo. No, non c’era nessun tifoso che si era sentito male e non c’erano rischi per l’ordine pubblico. Il motivo è stato “solo” l’ennesimo episodio di razzismo all’interno di uno stadio italiano. Il bersaglio stavolta è stato il serbo Dusan Vlahovic. All’attaccante, dopo un colpo di testa finito largo, sono stati indirizzati cori discriminatori da parte dei suoi ex tifosi viola. Il direttore di gara a quel punto ha interrotto il gioco. Sugli schermi dell’Allianz Stadium è apparso scritto: “Si invitano i tifosi a interrompere immediatamenti i cori di discriminazione razziale. Si ricorda che il ripetersi di tali comportamenti può comportare la sospensione della partita”. Poi Mariani con uno sguardo si è rivolto a Vlahovic per chiedere se fosse pronto a ripartire. Il serbo ha dato l’ok e all’8’ il gioco è ripreso.
A rimanere invece sono le troppe pagine scure del calcio italiano sul tema razzismo. Sempre Vlahovic nel maggio 2023 era stato discriminato da alcuni tifosi della Dea durante Atalanta-Juventus. E se questa volta non sono ancora note le parole, in quel caso al serbo, dopo aver commesso un fallo su Zappacosta, è stato gridato "Zingaro di mer*a”. La società bianconera, dopo il fischio finale del match di ieri, ha subito chiarito la sua posizione: “Le immagini per chi si è reso protagonista di tali cori verranno acquisite dalle autorità e il club applicherà il codice di gradimento”. Non è la prima volta che la Juventus è stata costretta a prendere posizione per episodi di razzismo avvenuti nel suo stadio. A maggio 2023, durante la semifinale di Coppa Italia Juventus-Inter, l’attaccante nerazzurro Romelu Lukaku era stato bersaglio di ululati e insulti come “ne**o del ca**o” o “buuuu” dopo aver segnato il gol del momentaneo 1-1 al 91’.
Un altro caso di cui si è discusso molto è stato l’abbandono del rettangolo verde del portiere rossonero Mike Maignan durante Udinese-Milan a inizio 2024. Quella volta al Bluenergy Stadium, il francese lasciò il campo al 33’ dopo che gli erano state rivolte discriminazioni come “ne**o” o “scimmia”. Dopo il match ha dichiarato: “Ho sentito versi di scimmia. Non è la prima volta che succede”. Ma poi aggiunse anche un altro elemento importante: ”Sono persone ignoranti, non è stata tutta la curva”. Il rischio è che il comportamento deplorevole di alcuni possa cadere anche su chi vuole andare allo stadio solo per godersi una bella partita, ad esempio con l’imposizione di partite a porte chiuse.
Ma chi ha insultato è stato punito veramente in passato? Per l’episodio Vlahovic in Atalanta-Juventus la Procura di Bergamo ha emesso 9 provvedimenti di Daspo mentre il giudice sportivo aveva chiuso la curva della Dea per una partita. Passando invece alla questione Maignan, Per i 5 individuati è stato emesso un Daspo di 5 anni mentre l’Udinese Calcio li ha banditi a vita dal suo stadio. Ma nonostante ciò, la vicenda non si è fermata a Udine ma è continuata a San Siro durante il Milan-Udinese dello scorso ottobre quando i tifosi friulani, sempre verso Maignan, hanno gridato “uomo di mer*a”. Per le vicende legate all’episodio Lukaku la Procura di Torino ha emesso il daspo per 171 tifosi.
Ok, ma cosa dice il regolamento?
Quando si verificano episodi di razzismo negli stadi, l’arbitro deve applicare un protocollo preciso basato sulle linee guida imposte dalla Fifa nel 2019 e che la Figc ha inserito del Noif (Norme organizzative interne della stessa Federazione). Il primo step della procedura è l’interruzione della partita a cui potrebbero seguire la sospensione e l’abbandono del match. Parlando in modo concreto, in caso di episodi razzisti l’arbitro deve interrompere la partita e richiamare tutti i giocatori a centrocampo. A quel punto lo speaker dello stadio comunica il motivo della pausa e chiede di non reiterare i comportamenti. Nel caso in cui alla ripresa del gioco si dovessero ripetere altri episodi il direttore di gara può sospendere la partita. A questo punto lo speaker dello stadio dovrà nuovamente richiamare i tifosi. Nell’eventualità in cui l’interruzione o la sospensione durasse più di 45 minuti il match dovrebbe essere dichiarato concluso.
Oltre alle regole di protocollo è necessario mettere gli sportivi vittime di razzismo nelle condizioni di denunciare. Il difensore brasiliano della Juventus Danilo in un podcast a marzo 2023 aveva parlato della difficoltà nell’affrontare le discriminazioni: “Non è facile trovare la strada giusta per combattere il razzismo perché non si sa bene con chi parlare e cosa devi fare. Serve chiarirlo”. Intanto la Fifa nel 2024 ha introdotto il gesto simbolico della “X” fatta con le braccia incrociate con cui i giocatori possono richiedere l’interruzione immediata della gara. Eppure, nonostante tutte le misure e la sensibilizzazione, l’eliminazione del razzismo negli stadi italiani, e nella società in generale, è ancora lontana.