Quella di Mercedes su Kimi Antonelli è stata una scommessa, voluta a tutti i costi da Toto Wolff, consapevole di avere in casa un pilota tanto speciale da poter sostituire, nonostante i soli 18 anni, Lewis Hamilton. Il più giovane pilota in griglia di partenza a Melbourne, peraltro l’unico tra i debuttanti ad essere al volante di una vettura di un top team. In sette anni Kimi è passato dall’essere considerato una giovanissima promessa del karting ad essere al via di un gran premio di Formula 1 e nessuno avrebbe mai immaginato che, in così poco tempo, quel bambino sarebbe stato il protagonista di un percorso così impressionante.
Un percorso fatto di vittorie, tante, oltre che di sfide da superare. A 11 anni la firma del primo contratto con Mercedes, a 15 il salto in monoposto e a 18 l’esordio ufficiale al volante di una F1 nel corso delle FP1 di Monza dove, nonostante un incidente, gli sono bastati solo tre giri per lasciare a bocca aperta tutta la squadra. Sensazioni già provate anni prima come raccontato ad Autosport da Gwen Lagrue, il responsabile dell’academy Mercedes che nel 2018 suggerì a Toto Wolff di inserire Kimi all’interno della squadra, reputandolo uno dei talenti più brillanti del panorama del karting, ma ancora non pienamente consapevole del percorso di cui presto l’italiano si sarebbe reso protagonista: “Con Kimi notai subito che era diverso dagli altri ragazzi del karting, ma all'epoca il mio pensiero era: “Ok, è il migliore che posso avere nei go-kart”, senza nemmeno pensare alla Formula 1. Poi, è stato durante il suo primo test in monoposto che abbiamo compreso si trattasse di un pilota speciale, soprattutto vista la rapidità con cui si è adattato alle molteplici nuove situazioni incontrate”.
Era il 2021 quando Antonelli debuttò nel campionato Italiano di F4, disputando le ultime tre tappe stagionali e cogliendo a Monza il podio in tutte e tre le gare del weekend. È solo il preludio di tutto ciò che sarebbe successo nei successivi due anni, dove, tra F4 e Formula Regional Kimi conquistò ben cinque campionati. A quel punto la prima grande scommessa, saltare la Formula 3 e approdare direttamente in Formula 2. Una mossa che, stando a quanto dichiarato da Lagrue, aveva un obiettivo ben preciso: “Volevamo metterlo in una situazione difficile, così da affrontare nuove sfide e ostacoli. Non dico che vincesse sempre facilmente, ma in un certo senso sì. Dominava sempre, ed era sempre il pilota da battere, piuttosto che quello che inseguiva qualcuno”. Un salto complicato, reso ancor più difficile dall’inaspettata fatica del team Prema durante tutto l’arco della stagione, complice una nuova specifica di vettura che ha messo in difficoltà tante delle squadre più titolate della serie. “Sono rimasto molto colpito dalla sua maturità e dalla sua leadership in una situazione così difficile” afferma Lagrue.
“Nonostante le difficoltà, ha comunque fatto una stagione molto forte in F2, considerando tutto quello che abbiamo dovuto affrontare”. Indimenticabile è stata la vittoria a Silverstone dove, sotto il diluvio, Kimi si è reso protagonista di un’autentica magia: una gara terminata con più di otto secondi di vantaggio sul secondo, nonostante svariate Safety Car che di volta in volta ne avevano annullato il vantaggio costruito curva dopo curva. Non il primo capolavoro, in attesa della “sua” Mercedes, che su di lui ha fatto all-in. Una nuova grande sfida, per un ragazzo che finora ha sempre trovato il modo di lasciare, anche nelle difficoltà, tutti quanti a bocca aperta.