La diciottesima e ultima posizione di Luca Marini nella Sprint Race di Portimao a ventiquattro secondi dal primo, e a sei dalla RC213V di Taka Nakagami, aveva fatto sorgere qualche perplessità nel paddock in merito al tipo di lavoro svolto dalla Honda con il suo pilota ufficiale. "Ok, ma Luca non starà continuando a fare il collaudatore anche nei weekend di gara? - il dubbio lecito, spontaneo. "Con questi risultati e con questi distacchi non si rischia in qualche modo di alterare il morale e di finire per perdere la bussola?" - la provocazione. Tra un media scrum e l'altro, nell'hospitality Honda parcheggiata ai piedi dei saliscendi portoghesi, ci ha pensato direttamento il numero 10 a fugare qualsiasi ambiguità. Luca, a mente lucidissima, ha spiegato con grande serenità la situazione, esprimendo logiche e ragionamenti che - effettivamente - mai si sono avvitati nella fatidica grinza. "Se il distacco mi preoccupa? I distacchi - ha risposto Marini - vanno giù tranquillamente quando ti senti bene con la moto e puoi iniziare a guidare bene, fare un bilancio adesso non so quanto senso abbia".
Bisogna fidarsi del lavoro paziente e con prospettive a lungo termine del 26enne di Tavullia. Perché Luca sa quello che fa; lo si nota dai suoi toni pacati e risoluti, mentre gli altri piloti Honda cominciano a battibeccare e a puntarsi vicendevolmente il dito contro (ne abbiamo parlato qui), scoraggiati dai risultati che non arrivano. Il numero 10 non si lascia condizionare, conosce l'entità del lavoro da svolgere per riportare la Casa di Asaka ai vertici della MotoGP e le sue parole non fanno altro che mettere ordine e smorzare la pressione all'interno di un box che in questo momento non vive di certo un momento tranquillo. Dichiarazioni che lasciano intendere quella che sarà la tendenza in casa Honda nei prossimi mesi quando - prima di scandalizzarsi per un distacco considerevole o per un'ultima posizione - forsa sarà meglio ascoltare le sensazioni di Luca, consapevoli che un pilota impegnato nei test (come Marini in questa fase) storicamente non si cura del risultato: "Vedo che stiamo lavorando molto - ha raccontato il numero 10 a margine della diciassettesima posizione della domenica di Portimao - abbiamo portato a casa informazioni e conclusioni che ci aiuteranno nel processo di sviluppo della moto. Se poi riusciamo a portare a casa dei punti molto meglio, se non ci riusciamo l'importante è imparare e crescere. Se mi sono dato un termine entro il quale vorrei un risultato? Impossibile, perché bisogna vedere quando arrivano i pezzi nuovi, gli ingegneri devono avere il tempo di produrli, sappiamo anche che con quello che sta accadendo nel mondo, con le difficoltà nei trasporti, ci vuole magari anche più tempo oggi per produrre dei pezzi nuovi rispetto al passato.
"Bisogna solamente fare le cose con calma e non porsi nessun limite" - ha continuato Luca. "L'obiettivo è quello di crescere e capire la direzione, in modo da portare pezzi nuovi - che sia un forcellone, un telaio o una carena - con la certezza che siano già quelli giusti. Penso che questa sarà la chiave che ci permetterà di essere un po' più competitivi da qui a fine stagione. Sicuramente ancora ci mancano anni di sviluppo rispetto agli altri, però cerchiamo di ridurre questo gap nel minor tempo possibile. Se ho approcciato la Sprint come una gara o come un test? Tutti e due, penso che al momento non possiamo lottare per i punti nella Sprint, quindi abbiamo bisogno di sfruttare questo tempo in pista per capire il comportamento della moto su più giri consecutivi. Anche perché adesso è molto difficile lavorare al venerdì sotto questo punto di vista, perché al massimo riesci a fare cinque o sei giri di fili, e fatichi a valutare il consumo delle gomme e altre cose. Ma non è per questo motivo che nella Sprint io vado piano (sorride), spingo al 100% per provare a battere i miei compagni di marca".