Dopo il GP d’Italia a Monza, per la Formula 1, si è parlato molto delle condizioni di lavoro per gli addetti alla sicurezza: turni troppo lunghi, paghe troppo basse, disagi di vario genere. Ne abbiamo approfittato per parlare con chi questo mestiere lo ha fatto al Marco Simoncelli World Circuit di Misano Adriatico durante il weekend di gara della MotoGP, scambiando due chiacchiere con gli steward dal giovedì degli incontri con la stampa alla domenica di gara.
Ok, ma chi sono gli steward e cosa fanno in circuito?
I pass forniti da Dorna per la MotoGP sono moltissimi, di colore diverso, nonché di forma e materiale differente a seconda delle zone a cui offrono accesso. Principalmente il lavoro degli addetti alla sicurezza è assicurarsi che le persone all’interno del paddock arrivino solo fino a dove gli è consentito stare. Alcuni hanno una “pistola” con cui leggono il codice a barre sul pass per regolare entrate e uscite, altri si accontentano di buttare un’occhiata ai cartellini che avete al collo. Il GP di San Marino ha ospitato, secondo dati forniti da Dorna, un totale di 24 mila persone tra paddock e MotoGP Vip Village in tutto il weekend di gara (venerdì, sabato e domenica). Tutta gente che è stata smistata e autorizzata dagli addetti alla sicurezza, che in parte gestiscono anche gli accessi alle tribune e ai biglietti per il prato. Alcuni lavorano seduti, altri no. C’è chi è fortunato e può stare all’ombra, ma c’è anche chi si ritrova a lavorare sotto il sole per tutta la giornata. Una buona parte degli steward sono ragazzi giovani, alcuni vanno all’università e altri devono ancora finire le superiori, ma chiaramente c’è anche chi è più inserito e conosce bene le dinamiche dietro a questo lavoro. Ad ogni modo parliamo di un gran numero di persone gestite dalla stessa azienda che ha vinto l’appalto per questo specifico evento.
La settimana lavorativa va dal martedì, giorno in cui i camion di tutto il paddock cominciano ad arrivare, fino alla domenica sera, quando il pubblico se n’è andato. Niente test se lavori come addetto alla sicurezza perché sostanzialmente non ce n’è bisogno, in quel caso a controllare gli ingressi sono solo gli addetti al circuito. I giorni di lavoro sono cinque, con turni che possono arrivare anche a 10 o 14 ore a seconda degli orari del pubblico, un po’ come succede a chi ha un impiego nella ristorazione: te ne vai dopo i clienti.
Quanto si guadagna, la pausa pranzo, un salto in bagno: abbiamo chiesto di tutto
Durante la settimana abbiamo parlato con più persone possibili per avere un quadro della situazione completo e, si spera, veritiero. Per una questione di privacy abbiamo scelto di non riportare il nome degli intervistati. A chi ha voluto rispondere alle nostre domande dal circuito si aggiungono i messaggi di tanti ragazzi che hanno voluto raccontare la loro esperienza dopo l’articolo che denunciava la situazione di Monza per la Formula 1. Cominciamo col dire che tutti sono concordi sullo stipendio che, almeno per il GP di San Marino, è di 6,5 euro l’ora: “Ho letto su internet che sono sottopagata rispetto a quello che dovrei avere”, ci racconta una ragazza ai cancelli. C’è anche chi ne è soddisfatto però: “Per certi lavori ti pagano anche meno, qui ogni ora che fai viene contata”.
Le pause vengono gestite in autonomia, ma anche in questo caso non tutti la vivono allo stesso modo: “Se devo andare in bagno chiamo un mio collega per farmi sostituire”, ci dice un ragazzo con una scrollata di spalle. Una ragazza invece ci scrive così: “Lo scorso anno ho lavorato per tutta l'estate a Misano come addetto alla sicurezza e ho fatto varie giornate in pit lane, infermeria, tribune centrali e Brutapela. 16/18 ore di lavoro per tutto il weekend pagati 6 euro l'ora, con tanto di attenzione anche nell'andare in bagno”. E ancora, dal circuito: “Qui siamo sempre almeno in due, se devo andare in bagno posso farlo quando mi va. Chiaro che non vai mentre c’è il pienone di gente, ma ci sono sempre dei momenti più tranquilli”. Pare invece che la situazione a Monza sia stata più complicata: "Per chiedere una pausa dovevo aspettare di vedere il mio capo, che ti giuro non sapevo dove sparisse ogni volta. Due volte su tre ho allungato il turno fino ad arrivare a 14 ore la notte."
È un lavoro che fai se ami i motori? Probabilmente no, quello può essere per i commissari di pista, i marshall in tuta arancione che passano le loro giornate alle vie di fuga. Ma è un lavoro diverso, sia in termini di preparazione che di responsabilità. A Misano sono in sette gli steward a dirci che delle moto a loro importa meno di zero, è semplicemente un lavoro come un altro. Altri tre l’hanno vista come un’opportunità per osservare da vicino i piloti, qualcuno lo vede come un qualcosa di diverso dal solito.
I turni sono invece piuttosto lunghi e non particolarmente comodi: “L’unica cosa che cambierei sono un po’ gli orari, perché capita di cominciare che è ancora buio o di finire tardissimo”, ci racconta un ragazzo. Sempre da Misano: “Se ho bisogno di mangiare me lo danno, se ho bisogno di bere anche. Però preferisco portarmi il cibo da casa mia. L’unica pecca è che si comincia veramente molto presto, oggi (domenica, ndr) sono arrivato alle cinque di mattina”. Poi un paio di messaggi da Monza: "Ci mettevano sempre un botto a dividerci e infatti i cambi turno erano un incubo, alcuni ragazzi si sono fatti 14 ore", dice uno. E poi ancora: "A Monza ci hanno dato due panini e delle bottigliette d'acqua (fredda) e alle 4 di mattina con 15 gradi, tre felpe e due sciarpe, non è un gran che”.
Quest’ultima frase è piuttosto emblematica: quello che per qualcuno è semplicemente troppo, come lavorare 14 ore o ricevere panini e bottigliette d’acqua per la pausa, per altri è normale amministrazione. Sei disposto a stare fermo, magari al caldo e forse al freddo, per una giornata lavorativa di 14 ore pagata novanta euro? C’è chi ci metterebbe meno di un attimo a rifiutare e chi sarebbe disposto a farlo per una vita. Possiamo dire però che tra Monza e Misano c’è una certa differenza, così come ci sembra di capire che non è un lavoroo da fare guidati dalla passione per il motorsport. Quelli, di base, sono pagati anche peggio. Il punto, invece, è sapere a cosa si va incontro: di che mansioni ci si occuperà, che condizioni vengono praticate dal datore di lavoro, quali sono i punti critici di questo mestiere. Ecco perché abbiamo provato a raccontarlo.