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Barcellona ci ricorda che la MotoGP è spietata: Miller rinuncia ai soldi pur di restare, Oliveira se ne va con lo stomaco in subbuglio

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

4 settembre 2025

Barcellona ci ricorda che la MotoGP è spietata: Miller rinuncia ai soldi pur di restare, Oliveira se ne va con lo stomaco in subbuglio
"La decisione su chi tenere tra me e Miller ci è stata comunicata tardi, a Balaton, quando il rookie che la Yamaha voleva ingaggiare ha rifiutato l'offerta" - con questa frase Oliveira ha sciolto i nodi della vicenda di mercato alla fine più intrigante ed estenuante dell'estate della MotoGP. Jack e Miguel, piloti esperti e amati del paddock della top class, sono stati messi l'uno contro l'altro. L'australiano rinnova, il portoghese lascia Pramac, ma la storia è un'altra: entrambi, senza dar troppo peso alla cosa, si sono tolti un macigno dallo stomaco

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

È impossibile raccontare fedelmente il giovedì di Barcellona della MotoGP senza soffermare lo sguardo sul Team Prima Pramac, che quest'anno ha schierato una coppia di piloti a cui siamo inevitabilmente affezionati. Perché Jack Miller e Miguel Oliveira non sono solo istrionici in maniera diversa - nell'accezione più attraente e positiva del termine - ma la loro lunga permanenza nella griglia di partenza della top class sommata alla loro età (sono gli unici over 30 oltre a Johann Zarco e Marc Marquez) li ha resi due punti di riferimento, due ancore, due garanzie di questo sport che negli ultimi tempi ha assistito ad un deciso e per certi versi destabilizzante ricambio generazionale. Così ci sentiamo un po' disorientati quando apprendiamo la formalizzazione, già ampiamente nell'aria, del rinnovo di Jack con il Team di Paolo Campinoti per il 2026. L'australiano continuerà a garreggiare in MotoGP accanto a Toprak Razgatlioglu, ma questo significa solamente una cosa: non c'è più posto per Miguel. Ce lo aspettavamo, vero, ma ricevere l'ufficialità di un cambiamento è un altro conto, un fatto che ci ricollega direttamente all'essenza più seriosa e rigida del paddock delle due ruote, dove nessuno si prende troppo sul serio, dove tutti però lavorano per non arrivare secondi. Sono le corse: spietate, ciniche, improvvisamente beffarde.

Diversi fattori sono stati beffardi per Miguel Oliveira: l'essere stato colpito dalla Ducati Gresini di Fermín Aldeguer alla seconda gara in Argentina, un volo che ha procurato al portoghese la lussazione del legamento sternoclavicolare della spalla destra, costringendolo a saltare quattro gare. Al suo rientro, in Francia, Pramac ha ufficializzato l'ingaggio del campione del mondo della SBK Toprak Razagatlioglu per il 2026, notizia che a cascata ha generato un ballottaggio lampante: o Miguel o Jack accanto al turco. In quel momento l'australiano partiva avvantaggiato: per un affiatamento con la M1 che il portoghese - da casa - non aveva certo avuto modo di sviluppare, per una serie di ottimi risultati e di preziosi punti iridati che Miguel - in riabilitazione - non aveva certo potuto registrare. Così non c'è mai stata una vera e propria battaglia tra i due piloti che Yamaha e Pramac avevano scelto per mettere esperienza in un progetto che richiedeva una drastica riscossa tecnica, quanto più il timore da parte di Jack di vedersi scalzato da un giovane rampante dalla Moto2 (Diogo Moreira). Eventualità tutt'altro che remota, che trova conferma nelle dichiarazioni rilasciate da Miguel nel media day del Montmelò: "La decisione ci è stata comunicata tardi, a Balaton, quando il rookie Yamaha che ha cercato di ingaggiare ha rifiutato, altrimenti avreste avuto a che fare con una line-up diversa da quella che è stata ufficializzata oggi". 

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Jack Miller rinnova per il 2026 con il Team Prima Pramac Yamaha

Con questa rivelazione, i conti tornano. Assume una certa nitidezza la semi-sfuriata di Jack risalente al giovedì ungherese, diventano limpide le parole di Quartararo, che nel post Balaton - forse allarmato dall'eventualità di un 2026 in cui metà delle M1 in pista sarebbero state guidate da debuttanti (Moreira, Razgatlioglu) - disse: "Abbiamo bisogno di piloti con esperienza di motori V4". È cristallino il motivo per cui oggi, se vi capitasse di buttare un occhio all'interno del box Pramac, non vedreste un pilota al settimo cielo e l'altro triste, un vincitore e uno sconfitto. Vedreste anzi due professionisti navigati, consapevoli dell'ennesimo intrigo di mercato in cui sono stati coinvolti, sollevati per essere usciti da un tritacarne emotivo e mediatico che speravano si trascinasse meno di quanto accaduto. 

 

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Miguel Oliveira e Jack Miller - Brno 2025

Chiaro, Jack è un po' più contento di Miguel. Calca l'accento sull'amore per il paddock della MotoGP: "Ho ricevuto offerte da moto competitive, molto competitive in altri campionati. Ma mi piace guidare una MotoGP. Mi piace guidare le moto migliori contro i piloti migliori. Mi piace guidare questi mostri contro questi pazzi. Sai, adoro le Superbike. Mi piace molto guardare le Superbike, ma non sono come le MotoGP. Non vanno così veloci, non si fermano così bene. Non posso nemmeno iniziare a elencare le cose che una MotoGP fa meglio, starei qui tutto il giorno". La domanda così sorge spontanea: "Jack, stai rinunciando a dei soldi per restare qui in MotoGP, soldi che magari in SBK avresti guadagnato?. Risposta secca: "Sì, sì, è così". Poi astutamente racconta di ricevere ottime informazioni dal Giappone in merito allo sviluppo del V4, non sputa il rospo sul primo test che lo vedrà impegnato con tale configurazione di motore ("Io lo so ovviamente, ma non posso dirvelo"), così gli domandiamo cosa prova ad essere compagno di squadra di Razgatlioglu nel 2026. Jack scherza come quando si sente davvero in forma: "Penso che sarà bello condividere il box con Toprak. È un pilota di grande talento. Per la prima volta avrò un ragazzo nel box accanto a me che può fare uno stoppie migliore del mio. Questo è deludente (ride, ndr). Ma a parte questo, si, non vedo l'ora. È un bravo ragazzo. Ogni interazione che ho avuto con lui è sempre stata fantastica. Ogni volta che era qui nel paddock, faceva sempre di tutto per venire a salutarmi. E questo per me la dice lunga sul personaggio".

 

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Miguel Oliveira e Jack Miller - Balaton Park 2025

ll discorso di Miguel invece tocca corde un po' più profonde. il portoghese parla della pressione mediatica, della difficoltà per i pilota di dimostrare il proprio potenziale in certe condizioni, del tempo impiegato dal Team per arrivare ad una decisione definitiva: "Voglio dire, va bene avere pressione, ma questo tipo di pressione forse è stato eccessivo. Non voglio dire che sia stato ingiusto. Non sta a me giudicare, ma la decisione, che ha richiesto così tanto tempo, ha creato ansia. Voi giornalisti fate il vostro lavoro, siete stati normali al riguardo. Non è stato un massacro, assolutamente, ma c'era sempre questo argomento in sospeso e voi giustamente chiedete sempre. Quindi, arrivare ogni weekend e doverci fare i conti non è facile. Quando nemmeno tu sai cosa ne sarà del tuo futuro, lo stomaco si stringe. Essere in MotoGP, guidare una moto, è il sogno di ogni bambino, avere questo privilegio è grandioso. Ma allo stesso tempo è un lavoro. E come in ogni lavoro, hai un capo e il capo decide. È stata una sorpresa per il fatto che il gruppo degli ingegneri giapponesi sembrava essere molto felice dei miei feedback. Quindi ad un certo punto inizi a pensare che in realtà le cose possano andare a tuo favore. Ma alla fine c’è una persona che decide e quella persona ha detto no (sorride, ndr). Questo è. La MotoGP non è una cosa lineare in termini di analisi delle prestazioni. Anche i piloti che rimangono molti, molti anni sulla stessa moto, faticano. Guarda Binder, guarda Pecco ora. Io ho cambiato moto di anno in anno e sì, penso che ci sia un periodo in cui devi adattarti. C'è un periodo in cui osi, ma poi cadi e impari alcune cose, e poi c'è il periodo in cui inizi effettivamente a capitalizzare il risultato. Io sento di essere ancora in questa fase di transizione, di capitalizzazione del risultato. Ma è anche vero che negli ultimi mesi la moto non è stata quella ideale da guidare. Vedi l'Austria, per esempio, in cui le ultime quattro moto in griglia sono state le Yamaha.”

Infine Miguel, mentre ammette di essere comunque in trattativa con Yamaha per sostituire Jonathan Rea nel Team ufficiale SBK, svela di avere propensioni contrastanti sul futuro: "Voglio dire, sulla carta, sì, sembra che ci siano diverse porte aperte per me. E al momento non ho ancora deciso nulla. E sono davvero aperto a qualsiasi...sì a sentire qualsiasi vostro suggerimento che potrei trovare interessante (ride, ndr). Sì. Il mio cuore è davvero legato a questo paddock. E ovviamente so che l'unico ruolo possibile al momento in questo paddock sarebbe quello del collaudatore. Essere legato a una fabbrica, aiutare a costruire la moto, è qualcosa di stimolante. È diverso. Allo stesso tempo, io voglio correre. Voglio fare le gare".

 

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