Con l’ufficialità dei rinnovi di Luca Marini e Johann Zarco rispettivamente in HRC e in LCR (dove verrà probabilmente annunciato Diogo Moreira al posto di Somkiat Chantra), resta da incastrare l’ultimo tassello per considerare il mercato piloti della top class chiuso e la griglia di partenza del 2026 completa. Tutto verte sul Team Prima Pramac Yamaha, che non ha bisogno di sorprendere con l’ingaggio di un rookie dalla Moto2 poiché già in possesso di una line-up a dir poco frizzante, intrigante e colorita: Jack Miller accanto a Toprak Razgatlioglu nel 2026. Questa coppia tutt’altro che formale deve solo essere formalizzata, ma Paolo Campinoti si tiene in canna il colpo, perché intanto Yamaha vuole sistemare e definire il futuro di Miguel Oliveira, che tiene contemporaneamente in scacco due paddock: MotoGP e SBK.
Per provare a pronosticare la scelta di Miguel, ci sono tre diverse volontà da tenere in considerazione: quelle del pilota, quelle di Dorna e quelle di Yamaha. Oliveira vuole correre, a tempo pieno (per questo sembra aver accantonato la tanto chiacchierata opzione tester in Aprilia). In MotoGP non ci sono più selle disponibili, in SBK ce ne sono diverse più che appetibili, ma Dorna insiste, spinge e fa pressione affinché un personaggio che in Portogallo è secondo solo a Cristiano Ronaldo resti nel giro della top class. La Yamaha, dal canto suo, ha diversi buoni motivi per prolungare la collaborazione con il numero 88. Primi fra tutti, velocità ed esperienza: Miguel negli ultimi anni è stato tormentato dagli infortuni, ma ha vinto ben 5 gare in MotoGP, ha domato motori V4 sia in Aprilia che in KTM (configurazione che Iwata implementerà a brevissimo e sulla quale, come fortemente ribadito da Fabio Quartararo, farebbero comodo dosi di know-how) e si configurerebbe come una garanzia preziosissima in ottica 2027, quando il regolamento verrà rivoluzionato. Forte delle concessioni anche nel 2026, Yamaha proporrà facilmente a Oliveira la classica soluzione che accontenterebbe tutti: un contratto da collaudatore. Tra wild card assicurate e possibili sostituzioni, Miguel potrebbe ragionevolmente prendere parte ad una decina di weekend di gara della stagione che verrà (Augusto Fernandez quest’anno ne ha già siglati 5). Occasioni in cui il portoghese si giocherebbe le sue carte, senza precludersi un ritorno come pilota titolare nel 2027. Questa operazione, che al momento pare essere la più gettonata, prevederebbe il trasferimento di Augusto Fernandez nel Team Pata Yamaha SBK, al fianco di Andrea Locatelli.

Se invece Miguel rifiutasse l’offerta da tester, per lui si aprirebbero interessanti scenari nelle derivate di serie. Non è da escludere una permanenza in Yamaha, con Oliveira che a quel punto erediterebbe l’attuale sella di Jonathan Rea in Yamaha Pata e con Augusto Fernandez che continuerebbe ad affiancare Andrea Dovizioso nel roster dei collaudatori MotoGP di Iwata. Ma nel paddock della SBK, l’opzione più succulenta per Oliveira coinciderebbe con il trasferimento in BMW, accanto a Danilo Petrucci. Diverse ragioni a supporto: un ingaggio importante che solo la Casa di Monaco di Baviera cala sul tavolo, una moto che quest’anno si sta giocando il titolo mondiale, la possibilità di lottare per vittoria ad ogni round, prendendo per di più il posto del pilota - Toprak - che gli ha negato il rinnovo con Pramac in MotoGP. Anche in questo caso va considerato il rovescio della medaglia, perché il Consiglio d’Amministrazione della BMW non ha ancora confermato la propria permanenza in SBK oltre il 2026. A 30 anni, con un talento che non ha bisogno di presentazioni, Miguel Oliveira dovrebbe farsi carico di un duplice rischio: approdare nel Team ufficiale BMW nell’eventuale stagione della smobilitazione e restare quindi fuori dalla cerchia dei piloti factory sia MotoGP che SBK nel 2027. Ne sapremo di più molto presto.
