Se c’è una cosa che a Marc Marquez riesce quasi meglio dell’andare forte in moto è raccontare il tormento che ha vissuto quando ha maturato la consapevolezza di dover lasciare Honda per vincere ancora. Ok, così c’è un velo di ironia, ma la verità è che l’otto volte campione del mondo ha dovuto ripercorrere così tante volte nelle varie interviste i pensieri che ha avuto in quei giorni da risultare, ormai, quasi come uno che ha imparato a memoria le traiettorie perfette di un circuito. Fino a trovare le parole giuste per spiegare pure quanta sofferenza c’è stata in tutto ciò che era successo prima, a cominciare da quel maledetto infortunio a Jerez nel 2020 che ha rischiato di fargli dire basta con l’unica cosa che invece vorrebbe fare sempre: correre.
Per tornare a correre gli è bastata la Honda, ma la fame di un campione è un’altra sempre. E dopo l’esigenza di correre è arrivata quella di tornare a vincere. Per quella, però, in Honda non ci sarebbe stata soddisfazione. E è lì che nella testa del fenomeno di Cervera ha preso forma un disegno: cercare fortuna in Ducati, fosse anche una squadra satellite, lasciare la Honda e avere, così l’opportunità di valutare quanto talento ci fosse ancora per dare una prova a se stesso e magari anche per mettersi in mostra. E’ stato, inutile negarlo, il diabolico piano perfetto. E tutto è andato esattamente come Marc aveva immaginato. “Volevo vincere , se vuoi vincere hai bisogno della moto giusta. Bisogna avere il coraggio di farlo!” – ha detto in una recente intervista a TNT Sport. Lui quel coraggio l’ha trovato e vicino ci ha messo la capacità di tirare fuori il meglio anche dalla sua esperienza, per convincere su tutti quel Gigi Dall’Igna che poi è diventato la sua garanzia per un futuro in rosso.
“Tornare a vincere - ha raccontato - è stata una sensazione incredibile. Avevo aspettato a lungo. Prima vincere era normale, ma ora è cambiata anche la mia percezione dello sport. Quando sono arrivato alla Gresini la priorità era vedere se potevo essere di nuovo competitivo. Il mio piano era avere la possibilità di unirmi a un team ufficiale, il miglior team con la migliore moto, e questo sta accadendo con Ducati Lenovo”. Procedere per step, dunque, ma bruciando comunque le tappe e senza lasciarsi però prendere da quell’impazienza e da quella foga che nella carriera di Marc Marquez sono state sempre più temibili degli stessi avversari che s’è trovato a affrontare. A tanto, ammette, gli sono serviti i momenti di buio e i dubbi che ha dovuto combattere: “Quando sorridi molto, diventa un'abitudine. Ma quando attraversi un momento difficile, apprezzi di più i momenti belli. Ora sorrido di nuovo ed è più importante dei mondiali vinti o da vincere, anche se è chiaro che io voglio vincerne ancora. Il primo e il secondo anno dopo un infortunio non presentano problemi. Ma quando dopo la riabilitazione non ti senti ancora bene, iniziano a sorgere dei dubbi. Questo è il momento più difficile”.
Un momento difficile che adesso è definitivamente alle spalle, con l’otto volte campione del mondo che si prepara a portare a compimento il suo piano perfetto, visto che mancano davvero pochissimi giorni al suo debutto sulla Ducati ufficiale nei test previsti per martedì a Barcellona. Un test in cui “chiuderà” tre Desmosedici in un solo giorno, con Borgo Panigale che ha fatto sapere che Marquez, dopo la sua ultima gara con la GP 23, avrà modo di provare, oltre alla nuovissima GP25, anche la GP24 con cui Pecco Bagnaia e Jorge Martin si sono giocati il titolo in questa stagione. E probabilmente sarà proprio pecco Bagnaia, al di là del suo cronometro, il pilota che Marquez terrà d’occhio di più nei test di martedì prossimo, con il fenomeno di Pervera che ha in qualche modo ammesso che l’attuale campione del mondo, a prescindere da come andrà in questo fine settimana la sfida con Jorge Martin, sarà per lui una sorta di ultimo grande scoglio verso il compimento perfetto del piano che prima ha sognato, poi ha voluto e ora sta realizzando. “Sono consapevole – ha concluso – che affronterò un compagno di squadra che è campione del mondo, che guida una Ducati da sei anni e che quindi conosce tutti i segreti di quella moto. Ma io non voglio andare in pensione pensando di aver lasciato qualcosa di intentato”.