È una bella gara quella di Pedro Acosta, che partiva quinto ed è arrivato secondo dopo aver corso un gran premio labirintico, mai lineare. A fare la differenza, come sempre quando a guidare c’è un gran pilota, è stata la sua furia agonistica, la sua voglia di arrivare: nelle prime fasi della gara sembrava averne meno di Luca Marini e di Raul Fernandez, eppure ha sempre risposto agli attacchi e sul podio ci è salito lui, il tutto in seguito a una complicata gestione della pressione anteriore. Davanti Pedro ha solo quel Fermín Aldeguer con cui ha fatto a cazzotti per tutta la carriera: “Contento anche per lui e per tutta Murcía (la città natale di entrambi, ndr), ha fatto un bel lavoro ed è stato molto intelligente ad andare alla Ducati quando ne ha avuto la possibilità”, ha detto a Sky quando gli è stato chiesto un commento sulla gara del rivale.

Inutile dire che Pedro ha ragione: Fermín ha firmato con l’unico team oltre all’ufficiale Ducati che - da quando è guidato da Nadia Padovani - ha vinto con tutti i piloti che ci hanno corso, oltre al fatto che la GP24 sembra essere la miglior moto in griglia. Inutile dire anche che Aldeguer è pieno di talento, altrimenti non sarebbe lì con quella squadra e su quel gradino del podio.
Allo stesso tempo è un peccato sentire Pedro Acosta mordersi la lingua, dicendo che “La nostra moto lavora un po’ meglio con le gomme un po’ più dure, non abbiamo la capacità della Ducati”, ma pure: “Mi fa un po’ incazzare aver dovuto passare tutto il tempo stando attento alla pressione della gomma, avevamo un po’ più di ritmo potenziale ma dobbiamo essere contenti: prima KTM, un altro podio, Brad quarto. Dobbiamo essere contenti”.
Lui ha accettato la cosa e se ne è fatto una ragione, specialmente quando le trattative con il VR46 Racing Team di questa estate si sono brutalmente arenate. Correre con una KTM non lo aiuta di certo e la possibilità di vincere da rookie è sfumata l’anno scorso, mentre quella di farcela a 21 anni, come i migliori, sta svanendo quest’anno. Viene da chiedersi che campionato avremmo visto con questo pilota messo nella condizione di esprimersi e chissà, magari assieme ad altri, a partire da Marc Marquez, avrebbe potuto accendere una nuova stagione di grosse rivalità. Quest'ultimo a suo tempo ha spiegato bene le ragioni del passaggio da Honda a Ducati: "Voglio bene ad HRC, ma quella è un'azienda e io sono un atleta e abbiamo tempi diversi", le sue parole. Parole che Acosta non ha mai pronunciato nei confronti di quella KTM che gli ha dato tutto, dalla possibilità di entrare nel motomondiale ai due titoli vinti in passato. È vero che il talento trova sempre una strada e che Acosta avrà il suo momento, eppure la frase che ci suona in testa con Pedro è un’altra, l'ha scritta Alessandro Mannarino per una vecchia canzone: “Non c’è cosa peggiore del talento sprecato”. Vedremo quanto ci vorrà, ma il tempo nelle corse è sempre troppo poco.
