Marc che vince il mondiale e tutto il box di Honda, tecnico per tecnico, uomo per uomo, che gli sfila davanti per abbracciarlo, con gli occhi commossi e occhi che raccontano tanto della condivisione che c’è stata e pure della nostalgia che c’è. E’ una scena da Motegi che probabilmente, nella gioia generale per il titolo appena conquistato da Marc Marquez dopo anni di calvario, è passata un po’ inosservata. Ma forse chi l’ha dovuta osservare bene, dall’inizio alla fine, è stata Ducati, perché, diciamolo chiaramente, è stato un po’ come veder sfilare all’inizio della festa del giorno del matrimonio, tutte le ex - una per una, ricordo per ricordo - in un interminabile abbraccio con colui che hai appena sposato. Niente di male, sia inteso, ma vibes che fanno pensare, vista l’intensità di quegli abbracci e tutto quello che quegli occhi, da una parte o dall’altra, custodivano in un qualche complimento di circostanza fatto con la voce. Marc e Honda hanno voltato pagina, ma entrambi con la consapevolezza che in qualunque romanzo – anche quello sulla storia sportiva di un campione immenso – i colpi di scena ci stanno bene.

Alberto Puig, che non è certo uno che si nasconde, l’ha anche detto: “Riavere Marc? Sarebbe un sogno, ma per adesso è così che sono andate le cose”. Un “mai dire mai” che tiene conto sì del romanticismo, ma pure del fatto che Marc Marquez prima o poi potrebbe presentare un conto a Ducati. E quel prima o poi rischia di essere l’inizio della prossima stagione, quando si decideranno le strategie per il 2027. Più soldi? No, Marc ha già dimostrato che quell’argomento lì non gli interessa più: ha già guadagnato abbastanza per stare tranquillo altre venti vite. Totale gestione nell’indirizzo dello sviluppo della nuova moto? Probabile, ma Gigi Dall’Igna – per quanto letteralmente invaghito di Marquez – non è un tipo che prenderebbe una strada che magari non gli piace solo perché piace al suo pilota. Voce in capitolo sul prossimo compagno di squadra? Ancora più probabile, visto che Marc non ha mai nascosto che gli è rimasto sul gozzo quell’anno in cui ha vestito gli stessi colori di suo fratello, ma senza poter correre praticamente mai. Marc ha rinunciato a tanto per Ducati e, ora che ha vinto, potrebbe chiedere indietro qualcosa. Non è così scontato, quindi, che sia nato un binomio – quello tra il 93 e la Rossa – destinato a durare fino alla scelta di Marquez di appendere il casco al chiodo. E Honda, che nel frattempo sta crescendo da un punto di vista tecnico e s’è premurata di rinnovare Marini per un solo anno (con Mir che andrà comunque in scadenza alla fine del 2026) ha già chiaramente ammesso di volersi tenere una porta aperta. Anzi – guarda il caso – sono due.

Suggestioni, sia inteso. E, per adesso, vera e propria fantascienza di quella che si fa quando il Mondiale ha già praticamente detto tutto quello che c’era da dire. Però adesso ce ne è anche un altro di segnale che è arrivato e che potrebbe non essere – in questa chiave - una buonissima notizia per Ducati: il ritorno di Repsol. Il colosso dell’energia e del petrolio, infatti, era uscito di scena dal Motomondiale, dopo aver indissolubilmente legato il suo nome a Honda, proprio quando è stato chiaro che anche Marc Marquez avrebbe cercato fortuna sopra un’altra moto. Ufficialmente la scelta era stata giustificata con la necessità di contenere i costi e rivedere le politiche di marketing, ma il fatto che Repsol sia tornato a accostarsi alla velocità su due ruote significa che c’è la volontà di una nuova presenza. Non tornerà, sia inteso, come sponsor di un marchio o di un team, ma come fornitore – e contestualmente sponsor – per tutta la Moto3 e la Moto2.
E’ a tutti gli effetti un modo per “rimetterci i piedi” dietro al quale, stando a quanto si dice, c’è stata fortissima pressione da parte di Liberty Media. Sono americani e sono i nuovi padroni della MotoGP, quelli a cui piacciono tanto i docufilm tipo quello già realizzato sulla Formula1 e le narrazioni holliwoodiane dove lo storytelling conta quasi più del cronometro. E, giusto per farla romantica, immaginiamo Marc Marquez, Alberto Puig e il referente di Repsol per il motorsport che, passeggiando nel paddock, si incontrano casualmente: dai su, è inimmaginabile che un pensiero non nasca nella testa di tutti e tre. Magari solo un’idea che resta inconfessata, ma sfiora tutti (Liberty Media compresa). Soprattutto nella testa di un Marc Marquez che, dopo aver vinto con la moto con cui il suo rivale e nemico non era riuscito a vincere, potrebbe tornare nella sua storica squadra per tornarci a vincere (cosa che proprio a quel rivale e nemico non era riuscita nel 2015).
