“Purtroppo ho preso un gabbiano: mi dispiace molto. Mi sono anche spaventato”. Sono le prime parole di Marco Bezzecchi dopo la Sprint di Phillip Island e dicono tanto, tanto davvero, di un ragazzo che ha appena vinto da dominatore assoluto una corsa e, invece, ha quasi il cruccio per quell’episodio splatter di cui è stato involontariamente protagonista. E’ stato volontariamente protagonista, invece, di una Sprint in cui non c’è stata storia per nessuno, nonostante una partenza un po’ così, nonostante il gabbiano e nonostante un Raul Fernandez che gli ha tenuto davanti l’altra RS-GP, quella azzurra del Team Trackhouse, per dieci giri su tredici. Il sorpasso è arrivato con una manovra da veterano, in contropiede tra la Curva 1 e la Curva 2 e per lo spagnolo c’è stato veramente niente da fare.

“Marco oggi era imbattibile – ha ammesso Fernandez prima del podio – Sono molto contento per me, per la squadra, per tutte le persone che non hanno mai smesso di crederci. E’ un grande risultato e quando il Bez mi ha passato ho pensato solo alla sopravvivenza: qui non è facile portare la gomma fino in fondo. Ero molto rilassato sulla moto, non volevo fare errori, ho dimostrato a tutti il mio passo. Per quanto ci riguarda siamo entrati in una serie positiva e adesso dovremo solo essere bravi a restarci”. Fernandez è consapevole che domani, con Bezzecchi che dovrà scontare due long lap penalty dopo l’incidente di Mandalika con MarcMarquez, potrebbe ritrovarsi tra le mani qualcosa che a inizio stagione sarebbe stato impensabile per lui e la sua squadra. “Questo uno due – ha aggiunto Fabiano Sterlacchini – dimostra che abbiamo realizzato una grande moto e che il lavoro fatto in Aprilia sta pagando”.
Sì, sta pagando e a Phillip Island è stato evidente quanto è cresciuta la RS-GP, soprattutto su circuiti in cui non ci sono staccate particolarmente violente, come ha sottolineato anche il terzo di giornata: Pedro Acosta. “Questa non è la nostra pista, ma sono soddisfatto – ha spiegato il pilota della KTM - Siamo riusciti a trovare una buona posizione e la gara è andata: un podio va bene. Di solito facciamo fatica in questi tracciati e invece oggi, dai, è andata bene: grazie a tutti. Ora vediamo di migliorare". Lo spagnolo di KTM è stato protagonista di un paio di sorpassi notevoli in gara e, nel finale, s’è anche difeso da maestro dagli attacchi di un Jack Miller che sembrava tenerci da matti a regalare a Pramac un podio sul suo circuito di casa, incalzato anche da Fabio Di Giannantonio.
Sì, quel Fabio Di Giannantonio che ha avuto un gran passo, ma che è stato condizionato da una qualifica difficile e dall’essere dovuto partire dietro. Quello che salta nell’occhio, però, è che la sua è la prima Ducati. E quindi che la prima delle Ducati è solo quinta. Con il paradosso che se davanti a tutti ci sono due Aprilia, dietro, a chiudere inesorabilmente la classifica ci sono proprio le due Ducati ufficiali del Team Lenovo, con Pecco Bagnaia penultimo a 32 secondi da Bezzecchi (e quattro da Somkiat Chantra) e Michele Pirro ultimo a 35 secondi. Praticamente un disastro chiuso in una immagine: Bagnaia che torna a testa bassa nel box, nel silenzio più glaciale, e si siede scuotendo il casco, sempre più solo con i suoi pensieri.
