Un punto basta per essere felici? No, ma aiuta a non perdere il sorriso. Luca Marini deve averlo pensato sotto la bandiera a scacchi del Sachsenring, alla fine dell’unico gran premio di quest’anno in cui è riuscito a mettere nel sacco un punto. Uno solo, ma che vale tanto. Perché se da un lato è vero che il pilota di Tavullia è l’unico di casa Honda che non ha mai messo una parola fuori posto sulla RC213V e che anzi s’è sempre detto convintissimo di poter guidare il cambiamento necessario, dall’altra è vero pure che un minimo di riscontro serve anche al più convinto dei soldati.
Ecco perché Marini, sia ai microfoni di Sky sia poi in sala stampa, è apparso anche più disposto alla battuta. “Non sono io che parlo poco, siete voi che mi intervistate di meno” – ha detto ai giornalisti, riferendosi chiaramente al fatto che chi è costretto nelle ultime posizioni ha inevitabilmente meno occasioni di visibilità. Le poche chiacchiere, però, sono lo stile di Marini – che presto diventerà anche papà – e che, rispondendo a una domanda su Toprak Razgatlioglu, s’è detto convinto che il pilota turco non sia in questo momento ciò di cui Honda ha bisogno. Un passaggio, il suo, che alcuni, soprattutto i soliti commentatori seriali dei social, hanno voluto leggere come una caduta di stile. Ma non è così che stanno le cose.
Marini – che è un pragmatico impenitente – ha infatti semplicemente detto che questo non è il momento delle scommesse per il marchio giapponese. Non significa che Toprak Razgatlioglu è un brocco e meno che mai che Marini ce lo consideri, ma solo che Honda oggi ha bisogno prima di tutto di seguire due strade: quella della continuità o quella delle esperienze già maturate. E che qualunque altra strada, compreso Toprak, potrebbe adesso essere pericolosissima. “Se deve necessariamente arrivare un nuovo pilota – ha spiegato l’italiano - sarebbe interessante averne uno da Aprilia o KTM, che potrebbe portare qualche conoscenza. Io stesso posso essere un esempio visto che arrivo da Ducati. Detto questo, se arriverà un nuovo pilota, spero sia molto tecnico, in grado di condividere informazioni e dare feedback nel modo giusto. Però voglio sottolineare che mi trovo molto bene con Joan. È una persona molto brava e spero che rimanga nella squadra”.
Probabilmente è così che andrà davvero, con Mir che potrebbe restare in Honda visto anche quanto accaduto domenica al Sachsenring dopo il GP di Germania. L’ex campione del mondo spagnolo, infatti, ha chiesto una riunione con tutta la sua squadra e i vertici di Honda per analizzare subito i dati del weekend. Qualcosa, insomma, che un pilota con più di un piede verso una nuova squadra non farebbe. “Abbiamo avuto un grande incontro dopo la gara , dovevamo capire cosa è successo perché ho avuto diversi problemi che non mi hanno permesso di spingere – ha raccontato Mir – Il primo giorno abbiamo provato una moto che era completamente diversa nei setting rispetto a quella che abbiamo poi usato in gara, quindi forse sarà facile capire il problema. Io non voglio cercare scuse, voglio solo lavorare per tornare competitivo prima possibile”. Prima possibile e, vista la piega che ha preso il mercato, anche in vista della prossima stagione.