Partiamo da una certezza insidacabile: Jorge Martin è un fenomeno e il suo talento è evidente anche a occhi inesperti. Poi, però, aggiungiamoci pure una considerazione che rischia di diventare altrettanto certa: il problema è che Jorge Martin lo sa. Viene da dirlo dopo aver letto della sfuriata nel box Pramac di Martin ("è difficile da accettare, puoi dare un pugno al camion e io l'ho fatto, ma è inutile. Ho passato un brutto momento nel camion" - c'è anche un video) e aver ascoltato il botta e risposta a DAZN Spagna tra l'ormai ex leader della classifica mondiale e Dani Pedrosa, che ha provato a analizzare insieme a lui la caduta del Sachsenring. Jorge Martin, infatti, da una parte ha ammesso di aver sbagliato, ma dall'altra se ne è uscito con una affermazione che avrebbe potuto risparmiarsi: "se smetto di commettere quell'errore sarà difficilissimo per tutti riuscire a battermi". Lo sfogo contro i pannelli del motorhome, alla fine, può anche starci - anche se ha fatto balzare in piedi pure il patron Campinoti - ma le dichiarazioni a freddo restano discutibili.
Sia inteso: non c'è niente di sbagliato in quello che dice. Di sbagliato, semmai, c'è il fatto che lo dica, perchè le consapevolezze di onnipotenza, nel motorsport così come in molti altri aspetti della vita, hanno quasi sempre portato a fallimenti. A errori che sono di presunzione prima ancora che tecnici. Al contrario dell'umiltà. Avete mai sentito un Valentino Rossi o anche un Marc Marquez dire "posso diventare imbattibile correggendo una cosuccia"? Eppure loro, come tantissimi altri campioni nella storia di questo sport, imbattibili lo sono stati davvero e per molti anni e l'umiltà, magari senza esserne pienamente convinti e essendo certi del contrario dentro di loro, l'hanno sempre messa davanti anche fosse solo nelle dichiarazioni alla stampa. Soprattutto quando il confronto è stato con qualcuno che la storia l'ha scritta davvero, come Dani Pedrosa. Certe frasi analoghe a quella detta da Jorge Martin a Dani Pedrosa, semmai, abbiamo potuto ascoltarle dalla voce di piloti tipo Aleix Espargarò che, per carità, sono grandissimi, ma hanno raccolto poco.
Sicuramente dietro le tre cadute di Martin, tutte effettivamente molto simili, c'è qualcosa da individuare e correggere e a Martin va reso il merito di non essersi attaccato a complottismi vari, visto che in questo momento avrebbe ancora potuto permetterselo dopo tutto quello che è successo in questi anni con Ducati e dopo essersi trovato nelle condizioni di cercare futuro altrove. Però a quel merito fa da contraltare un atteggiamento che a Martin è costato caro già in passato ogni volta che ha detto con la voce quello che avrebbe dovuto far dire al polso destro. Cosa che invece fa puntualmente il suo rivale Pecco Bagnaia, che ha vinto gli ultimi due titoli mondiali ma mai se ne uscirebbe con un "altrimenti sarei imbattibile".
Ecco perchè Jorge Martin, soprattutto adesso che andrà in Aprilia - dove l'umiltà è di casa - dovrebbe lavorare non solo per capire cosa modificare nel suo stile di guida per scongiurare le chiusre d'anteriore, ma pure per capire cosa modificare nel suo approccio al motorsport per scongurare le alzate di cresta. Ecco, tipo compiti per le vacanze: capire perchè si chiude l'anteriore e pure perchè gli si alza la cresta. Anche perchè quel ragazzo l'umiltà ce l'ha negli occhi e spesso, troppo spesso, quello che dice stride in maniera decisamente stonata in relazione a ciò che esprime e alle grandi cose che riesce a fare. Già in passato frasi come "non so cosa dovrei fare di più", oppure "merito io l'ufficiale più di Bastianini", o ancora "o mi danno l'ufficiale o me ne vado" non hanno prodotto un gran futuro. Ecco perchè quella risposta a Dani Pedrosa sarebbe stata perfetta senza l'ultimo pezzetto, che poi è quello che rischia di rovinare sempre tutto: "Devo migliorare, devo analizzare bene quello che è successo nelle mie tre cadute simili e la cosa bella è che adesso ho tempo per vedere bene cosa sta succedendo. Mi concentrerò su questo, perché penso che stiamo facendo un grande campionato e il sogno non è impossibile da realizzare. Sia la caduta del Sachsenring, sia quella di Jerez che quella del Mugello in volata sono state identiche . Quindi è chiaro che c'è qualcosa in cui sbaglio. Sono sicuro che se risolvessi tutto quello che sta succedendo in questo momento in frenata, riuscirei a fare molti più punti in classifica e battermi sarebbe difficilissimo per tutti: sono stato in testa per 27 giri e in questo fine settimana sono stato il più forte”.