Avrebbe potuto essere il pilota più giovane a vincere una gara in MotoGP, ma quel record resterà (probabilmente per sempre visti i nuovi regolamenti sui limiti di età) nelle mani di Marc Marquez. Pedro Acosta, infatti, non ce l’ha fatta, perché se il debutto era stato pazzesco, il resto della stagione s’è rivelato tutt’altro che facile per lui. Ha mostrato buone cose, ha offerto spunti che confermano che il futuro sarà suo, ma non è mai riuscito a capitalizzare come avrebbe voluto. Il pilotino spagnolo potrebbe anche prendersela con la moto, visto che tutti gli altri che guidano una KTM stanno facendo peggio di lui, ma non ci pensa nemmeno a sparare su un marchio che l’ha cresciuto, che lo ha reso due volte campione del mondo e che lo ha portato in MotoGP, scommettendo praticamente tutto su di lui. Meglio, piuttosto, prendersela con i propri errori e con l’inesperienza.
“La verità è che non merito più di un quattro e mezzo come voto fino a qui. Io non cerco scuse, preferisco cercare soluzioni – ha detto nel media scrum del Sachsenring dopo la gara della domenica – Oggi sono partito malissimo perché ho avuto un problema tecnico e mi sono ritrovato molto indietro, ma poi siamo riusciti a risalire piano piano. Ho potuto capire molte cose anche della moto”. Voto basso, ma bilancio positivo, quindi, con l’ex campione del mondo di Moto3 e Moto2 che adesso passerà le vacanze al lavoro. Acosta, infatti, ha raccontato a Manuel Pecino, per Motosan, che andrà in Austria. “Non puoi capire il problema se non vai dentro il problema – ha scherzato - Ho un biglietto di sola andata per l'Austria ma non un biglietto di ritorno. Passerò lì una settimana o magari di più per parlare e confrontarmi con KTM. E anche conoscere la gente, perché anche se sono vestito di arancione da molto tempo, o di rosso come adesso, i team Moto3 e Moto2 sono molto diversi. Ora voglio conoscere tutte le persone che stanno lavorando al progetto di KTM in MotoGP”.
.Un progetto che è ambizioso e che guarda lontano, con Pedro Acosta che sarà inevitabilmente la grande promessa in mezzo a tre campioni – relativamente ancora giovani ma già affermati – come Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Vinales. “Nessuno mi ha messo nella fossa dei leoni – ha raccontato ancora – il compito di aprirla e uscirne adesso è il mio. Io voglio stare in MotoGP e vincere in MotoGP”.
Nessun timore reverenziale, quindi, e solo tanta voglia di rimettersi al lavoro prima possibile. Come se la lunga sosta di questo mese di luglio fosse più un disturbo che la possibilità di rilassarsi un attimo in vista della seconda metà di stagione. “Alla fine devo essere realista – ha concluso – E’ vero che avrei potuto fare meglio in queste prime gare in MotoGP, ma è vero pure che avrei potuto fare molto peggio. Io stesso ho commesso errori anche abbastanza gravi, ad esempio a Le Mans, a Barcellona e la scorsa settimana ad Assen. Non so quanti punti avremmo potuto segnare senza i miei errori. Ne ho lasciati per strada tanti”.