Il 2023 per Pol Espargaró è stato diverse cose. È stato l'anno dell'approdo in GasGas, una sorta di ritorno in KTM, la Casa con cui il 32enne di Granollers ha ottenuto i migliori risultati in MotoGP (nel 2020, prima della parentesi in Honda Repsol, Espargaró chiuse al quinto posto in classifica generale con cinque podi). È stato l'anno dell'infortunio più brutto, grave e serio della sua carriera - fratture della mandibola e della vertebra rimediate nel corso delle seconde prove libere del Gran Premio inaugurale del 2023 in Portogallo. È stato l'anno in cui, più di ogni altra volta, Pol Espargarò ha potuto assaporare in pieno la sua passione: dopo quattro mesi di stop, di ospedale e riabilitazione, il fratello di Aleix è tornato in sella. Lo ha fatto con l'entusiasmo di chi ritrova una delle proprie ragioni di vita, di chi - dopo un grande spavento - riacquista pian piano confidenza. Nessuno, in KTM, si aspettava grandi cose dal Polyccio convalescente post Portimao. Invece il numero 44 ha stupito tutti, andando forte sin dal rientro a Silverstone, come se non avesse mai saltato otto weekend di gara. Nella Sprint Race di Zeltweg, due settimane più tardi, Espargaró ha siglato il suo miglior risultato stagionale: sesto nella Sprint Race austriaca, ancora protagonista in una MotoGP dal livello esasperato.
Il 2023, per Pol Espargaró, sarà probabilmente l'ultima stagione da pilota titolare della top class. Ieri Pierer Mobility Group - holding austriaca che possiede KTM - ha ufficializzato che nel 2024 sarà Augusto Fernandez ad affiancare Pedro Acosta nel Team GasGas. "Pol è una risorsa importnate per sostenere i giovani atleti di talento, continuerà ad essere un membro importnate del programma MotoGP su entrambi i lati del muretto box" - recita il comunicato ufficiale KTM, sottindendo come per Espargaró sia pronto un ruolo da tester, pilota di riserva e, perché no, coach dei giovani piloti che Mattighofen vuole far crescere nella squadra satellite di Hervé Poncharal. Polyccio, dal canto suo, ha lasciato intendere quanto per lui fosse più conveniente farsi da parte e diventare uomo immagine del colosso austriaco, piuttosto che disputare un'altra stagione di battaglie a metà classifica, con la pressione dei risultati e di un giovane rampante alla sue spalle.
Nel messaggio di Pol, affidato a Instagram, resta tuttavia un velo di amarezza e una punta di rimpianto. Come se il catalano, a 32 anni, sentisse di avere ancora qualcosa da dare alle corse, di meritare un altro anno da pilota titolare della top class, dopo diciotto stagioni nel Motomondiale e il titolo conquistato in Moto2 nel 2013: "Innanzitutto grazie mille per tutti i messaggi, ci tengo comunque a informarvi che non è stata una decisione unilaterale, anzi! È vero che mi sarebbe piaciuto continuare a gareggiare a tempo pieno in MotoGP perché penso di avere ancora la velocità per essere tra i migliori, ma la verità è che il prossimo passo che farò, unirmi al test team e fare diverse wild card, è frutto di un'intesa tra le due parti, anche visti i problemi contrattuali in cui si trova attualmente il gruppo e pensando ad una collaborazione a lungo termine per rendere il gruppo Pierer Mobility il riferimento nel campionato del mondo MotoGP! Mancano molte gare quest'anno e anche in futuro, e poiché sono uno di quelli che crede che l'unione fa la forza, lavoreremo insieme per raggiungere una fine di stagione memorabile! Grazie mille!"