“Morto Rey Mysterio, leggenda del wrestling”. Lo titola Ansa. Lo ribadiscono La Stampa (unica variazione, Misterio con la I) e, a ruota, tutti gli altri. Peccato che il lottatore in questione non sia quel Rey Mysterio che tutti conoscete. Il tizio che saltella a colpi di 619 sui ring della Wwe, il volto (anzi, la maschera) dietro l’icona globale, è vivo e vegeto (e ha 50 anni). Quello che ci ha lasciati è suo zio, Miguel Angel Lopez Diaz (neanche suo padre), noto anche come Rey Mysterio Senior (66 anni). Ma questo dettaglio non ha impedito ai media di costruire una narrazione da funerale planetario per una star che, per chi non mastica wrestling ogni settimana, poteva benissimo sembrare la stessa persona.
Non c’è stato neanche bisogno di mentire apertamente. Bastava lasciare che la confusione lavorasse da sola, con un paio di omissioni ben piazzate. Il nipote? Menzionato a metà articolo, come una nota a margine. I più curiosi avrebbero scoperto la verità, ma intanto il click lo hai fatto. Ed eccoci qui, con i fan della Wwe che corrono sui social a piangere Oscar Gutierrez Rubio, il Rey Mysterio junior che, ripetiamolo, non è morto.
Questo circo mediatico è l'ennesima dimostrazione che l'informazione, oggi, è uno spettacolo di wrestling mal riuscito: fumo, specchi e successo di introiti pubblicitari per chi riesce a confondere meglio col clickbait selvaggio. L'obiettivo? Far scattare quell'impulso primordiale che ci fa cliccare come criceti affamati sul bottone che distribuisce il premio, alimentando l'industria del “fake senza essere davvero fake” che non riguarda solo testate improbabili, ma anche i “giornaloni”. Non facciamo i moralisti: anche noi viviamo di visite sul sito. Lo sapete, lo sappiamo. Ma c’è una differenza: anche quando vi proponiamo contenuti “stuzzicanti” (oltre a quelli più originali e di qualità), cerchiamo di non ingannarvi mai. Ciononostante, siamo inevitabilmente parte di questo gioco. La verità è che il confine tra informazione e intrattenimento si assottiglia sempre di più.
Pensateci: nella frenesia delle notizie, quanto tempo abbiamo per fermarci e verificare? Ci fidiamo dei titoli, dei sommari, delle notifiche push che esplodono sullo schermo. E così, giorno dopo giorno, ci ritroviamo con una visione del mondo filtrata da chi fa leva sui nostri istinti più primitivi.
Un giorno è il wrestling, domani è una celebrità, dopodomani la politica.
E allora, ragazzi, sveglia: non è morto quel Rey Mysterio. È morto suo zio. Oscar Gutierrez Rubio continuerà a saltare dai paletti e a far volare la sua 619, o comunque continuerà a vivere, finché potrà anche se volesse smettere col ring. E la prossima volta che leggete una notizia roboante, respirate, contate fino a dieci e chiedetevi: ma è davvero così? Magari la verità è nascosta proprio dietro alla maschera di un titolo pensato per fottervi. E se vedete che a fottervi sono sempre gli stessi, fate così: cliccate sugli altri. Noi, se vi fottiamo, almeno ve lo diciamo in faccia.