Da una parte ci si diverte con Mig Babol, dall'altra rispondono con Duralavita. Se, per qualche motivo, sentite la mancanza di accesi derby tra Italia e Spagna, sappiate che la MotoGP ve ne offre in quantità industriali. In pista ovviamente, ma anche fuori, con il duello tra il podcast ideato da Andrea Migno e quello creato da Jorge Lorenzo (entrambi sono partiti con i rispettivi progetti all'inizio della stagione 2024) che - senza essersi dichiarati vicendevolmente battaglia - stanno tirando fuori grandi chicche sulla top class e su tutto ciò che accade nel dietro le quinte del paddock.
L'altro giorno vi avevamo riportato una serie di intriganti dichiarazioni rilasciate da Andrea Dovizioso sul divano di Migno e Carloni, che accolgono i propri ospiti in un accogliente studio adibito nella plancia della struttura che a Misano Adriatico sovrasta i box. Oggi è doveroso citare le parole di Ruben Xaus che - seduto al tavolo di fronte a Ramon Forcada e Jorge Lorenzo, nel museo McLaren Barcelona - ha espresso una serie di considerazioni tecniche su Pecco Bagnaia e Jorge Martín, principali candidati alla vittoria del titolo mondiale 2024. L'analisi dell'ex pilota catalano di Motomondiale e Superbike è particolare perché si concentra su alcuni dettagli della preparazione fisica dei piloti, parametro che raramente - quando si studiano intertempi e passi gara - viene tirato in ballo: "Quando inizi il campionato, a volte, sei più aggressivo alla guida perché hai più forza fisica ed energia", la premessa di Ruben. "Durante l’anno perdi energie, ma sei più forte in moto perché, completando tanti giri consecutivi ogni weekend, acquisisci l'abitudine alle gare. Pecco rispetto ad altri è meno forte di Jorge Martín e Marc Márquez fisicamente, ma questa inferiorità non necessariamente emerge sulla distanza di una gara della MotoGP. A metà stagione, poi, Pecco ritrova freschezza e fa spesso un ulteriore salto di qualità. Usa meno forza degli altri due perché non ce l'ha. È più simile a Valentino Rossi in questo, mentre Martín per aggressività in sella somiglia a Marc Márquez. Nei cambi di direzione, dal primo all'ultimo giro, non vedi mai la moto di Pecco muoversi, mentre si Jorge e Marc solitamente ballano di più”.
Ruben non ha mancato di fornire anche un'interessante interpretazione della presenza di Valentino Rossi al Red Bull Ring, dove il 46 ha seguito i suoi piloti - per tutta la durata del weekend - da una prospettiva davvero ravvicinata: "Lo fa per togliere pressione a Pecco e ai suoi. Chi non corre più si mette sotto pressione, entra nel paddock, distoglie l'attenzione, così i suoi piloti restano tranquilli". Infine una previsione su ciò che vedremo nelle prossime gare: "Penso che Jorge debba respirare un attimo, perché ha un Pecco che è on fire, un Bastianini che è da tenere in seria considerazione perché la sua moto funziona e potrà approfittare della pressione a cui saranno sottoposti gli altri, e un Marquez che vorrà dare tutto. A Marc secondo me, sapendo che i primi due sono lontani e che nella peggiore delle ipotesi finirà quarto in campionato, non converrà rischiare chissà quali complicazioni o manovre aggressive".