Al Red Bull Ring due piloti hanno disputato gare non convenzionali per la MotoGP moderna: dopo essersi toccati in partenza e aver assaggiato la via di fuga in asfalto di curva 1, entrambi hanno rimontato dieci posizioni a testa. Stiamo parlando di Marc Marquez, da quattordicesimo al primo giro a quarto sul traguardo di Zeltweg, e Franco Morbidelli, diciottesimo nei primi frangenti della corsa e ottavo sulla bandiera a scacchi. La versione di Marc sull’inconveniente di curva 1 l’abbiamo riportata qui, quella di Franco è tutta da leggere: “In partenza ho visto che Marc aveva problemi e che non fosse riuscito ad attivare l’abbassatore, quindi sapevo che avrebbe fatto una partenza molto più lenta di tutti. Quando è andato a frenare io ero a sinistra e lui, probabilmente per evitare Miller davanti, è venuto a sinistra. Così io ho dovuto raddrizzare e siamo andati fuori tutti e due”.
“Decisamente sì”, ha risposto poi Franky quando, durante l’incontro con la stampa, gli è stato domandato se la strettoia subita in partenza gli avesse effettivamente rovinato la domenica. Il motivo è intuibile (la difficoltà nei sorpassi e il discorso della pressione gomme), ma il numero 21 l’ha spiegato poco più tardi con la solita pazienza di Giobbe: “Ero diciottesimo al primo giro e risalire da laggiù è difficile. Perché è complicato sorpassare, nel gruppo la pressione della gomma davanti si impenna e la prestazione generale della moto si riduce nettamente. Perché in questa MotoGP è così difficile sorpassare? Perché le differenze di velocità e performance tra le moto, soprattutto in rettilineo ma anche in frenata con i nuovi devices, sono molto piccole. Però io in Austria sono riuscito a recuperare dieci o undici posizioni, così come a Le Mans, quindi vuol dire che si può ancora fare (ride)”.
La domenica di Morbidelli è stata leggermente deludente dal punto di vista del risultato puro. Perché la Ducati Pramac con inserti verdi, appena ha avuto strada libera davanti, ha mostrato un ritmo del tutto simile a quello di Brad Binder, quinto sul traguardo. “Il passo era da top five, ancora non siamo da podio”, ha ammesso candidamente l’italo-brasiliano quando gli abbiamo chiesto di formulare una proiezione realistica di quello che sarebbe potuto essere il suo Spielberg senza il misfatto in partenza. Il vero segnale promettente lanciato da Morbidelli in Austria, in ogni caso, proviene direttamente dal suo stato d’animo: tranquillo, fiducioso e moderatamente soddisfatto nonostante una domenica che altri piloti avrebbero buttato nel cestino della spazzatura.
Così l’abbiamo direttamente interrogato su un tema che qualsiasi essere umano indaga al termine di ogni giornata: il divertimento. “Sì sì, sicuramente, sono riuscito a divertirmi” – ha risposto convinto Franky. “Quando fai così tanti sorpassi ti diverti molto, quando vieni su così hai l’impressione di essere molto più veloce degli altri ed è bello. La manovra che mi ha dato più gusto? Devo dire che ne ho fatte tante in questi giorni, ma doppio sorpasso su Pol Espargaró ed Enea Bastianini al primo giro della Sprint è stato proprio bello”. Viste le parole dure e gratuite pronunciate da Aleix Espargaró proprio sul conto del numero 21 alla vigilia del Gran Premio (secondo il pilota Aprilia, Morbidelli non meriterebbe la sella in MotoGP), non potevamo evitare di chiedere a Franco i dettagli del sorpasso – ignorato dalle telecamere – con cui negli ultimi giri si è messo alle spalle lo spagnolo: “Cos’è successo con Aleix? Ci siamo passati e ripassati un po’ di volte in curva 1, finché non sono rimasto davanti”.