Faticano tutti, seppur in modi diversi, i piloti di Formula1 quest'anno al debutto con nuove scuderie.
Sebastian Vettel lo ha fatto nei primi due Gran Premi dell'anno, mettendo in allarme i tifosi, riprendendosi invece proprio in questo fine settimana a Portimao, con un'ottima qualifica del sabato e un risultato, la domenica, migliore rispetto a quello del suo compagno di scuderia.
Percorso inverso invece quello dell'attesissimo Fernando Alonso che dopo un bel fine settimana d'esordio in Bahrain (nonostante il ritiro dovuto a un problema tecnico) ha iniziato a soffrire, risultando meno competitivo del collega Ocon, che a Portimao lo ha battuto sia in qualifica che in gara.
Stessa sorte per Daniel Ricciardo che non sembra aver ancora trovato la quadra con la sua McLaren, terza forza dello schieramento solo nelle mani del pupillo di casa Lando Norris. Il numero 3, atteso all'esordio nella scuderia inglese, fatica a prendere ritmo, e questo weekend lo ha dimostrato soprattutto in qualifica: fuori al taglio della Q1, con Norris a giocarsi il tutto per tutto in Q3.
Chiude il cerchio Carlos Sainz che in Ferrari si sta facendo notare, con prestazioni però troppo spesso altalenanti: bellissima qualifica il sabato in Portogallo, risultato deludente la domenica.
Li guardi e viene da chiedersi: ma dov'è finito il loro talento? Fernando Alonso e Sebastian Vettel, insieme, formano la bellezza di sei titoli mondiali. Daniel Ricciardo per anni è stato considerato il talento meno in mostra di tutta la griglia. Carlos Sainz uno dei gioielli del futuro di questo sport.
Il fatto che questa problematica riguardi, in un modo o nell'altro, tutti i piloti che hanno cambiato scuderia, fa tirare un (mezzo) sospiro di sollievo. Non è il talento a mancare, ma il tempo.
I piloti si sono trovati catapultati in monoposto pressoché identiche a quelle dello scorso anno, accanto a piloti che quindi - da almeno una stagione - erano abituati a guidarle. Monoposto che nella maggior parte dei casi rispecchiano lo stile di guida dell'altro pilota, che ha potuto indicare le proprie impressioni e lavorare sullo sviluppo. Da non dimenticare poi la questione test pre-stagionali che quest'anno sono stati ridotti all'osso, a causa della pandemia, con solo un giorno e mezzo a disposizione per ogni pilota per testare la gara prima del via.
Serve tempo, ripetono in coro team principal e addetti ai lavori. Ma di quanto tempo si parla? Quando vedremo questi talenti di nuovo competitivi? Si parla di cinque gare, nel migliore dei casi, di più di mezza stagione nel peggiore. Ma una cosa è certa: anche loro arriveranno. E solo in quel momento potremo giudicarne il talento.