Pecco Bagnaia è come uno dei grandi film di Scorsese: ti accorgi della sua grandezza soltanto alla fine. Per i numeri, per l’approccio e gli avversari, ma anche per la sua presenza monolitica sul terreno di gara, dove per i suoi avversari è diventato inesorabile. Scegli un weekend di gara, una pista una condizione meteorologica: Pecco Bagnaia domenica sarà lì a giocarsi il podio. Il che lo ha portato a vincere due mondiali consecutivi, diventando anche l’uomo più vincente di sempre su di una Ducati. L’altro, quello che gli si avvicina di più, è Casey Stoner.
Dorna ha messo fianco a fianco le statistiche di entrambi dopo 67 gare: Bagnaia ne vince una in più i podi sono gli stessi (42) e le pole sono due in più per Stoner. Solo che a parità di gare l’italiano ha vinto due titoli e l’australiano uno soltanto, il che evidentemente fa tutta la differenza del mondo anche per i discorsi del bar.
Si può dire che Casey Stoner avesse un istinto irraggiungibile dagli altri piloti ed è così. Eppure se dovessimo mettere sotto contratto uno dei due non avremmo dubbi: con i nostri soldi e le nostre moto sceglieremmo Bagnaia, certi del fatto che ha molte più possibilità di portare a casa il lavoro. Casey è sregolato, umorale, difficile. È molto facile ricordarsi dei suoi giri in qualifica e dimenticare il disagio psicofisico, l’affidabilità di un palazzo di cartone e le sfuriate. Pecco è una sentenza per gli avversari e una certezza per chi lo ha come alleato. Si può dire che la Desmosedici che guida Bagnaia non è la stessa di Stoner, ed è vero. È anche vero però che una delle chiavi del mondiale 2007 fu la scelta del management Ducati, guidato da Livio Suppo, di passare a Bridgestone mentre il resto della griglia si affidava a Michelin, un rischio enorme che è riuscito a pagare. L’anno dopo, quando anche Valentino Rossi ha chiesto le coperture giapponesi, le cose sono cambiate. E Casey ha continuato ad andare forte vincendo poi ancora ma stavolta con la Honda del 2011 che probabilmente era la miglior moto in griglia.
Qualche settimana fa abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Pecco che, tra le altre cose, ci ha confessato di voler continuare a correre fino ai 35 anni: Il conto lo faremo lì. Nel frattempo Bagnaia ha vinto battendo Fabio Quartararo, Jorge Martín, Marc Marquez e qualunque compagno di squadra. Con la moto migliore, la stessa però che avevano anche altri. La sensazione è che il giorno in cui arriverà a fine carriera sarà lo stesso in cui tanti, tantissimi saliranno sul suo treno, un treno che ha definitivamente tracciato l’epoca del dopo-Marquez. Solido e memorabile come un film di Martin Scorsese.