Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia. Almeno per quanto riguarda i due gradini più alti del podio: davanti a tutti nella Superpole Race di Misano ci sono ancora Toprak Razgatlioglu e Nicolò Bulega. Sulla matematica, quindi, c'è poco da dire. Meglio raccontarla con la grammatica. Ma non quella italiana: quella del dialetto. E, precisamente, con la parola "Ignorantezza". Perchè la Superpole Race di Misano è stata esattamente questo: un delirio d'ignorantezza. Uno, Bulega, è nato a Reggio Emilia e in Romagna c'è solo cresciuto, l'altro, Razgatlioglu, è turco, ma quando parla in Italiano lo fa con una singolarissima cadenza romagnola. L'ignorantezza, insomma, ce l'hanno dentro in qualche modo tutti e due. E oggi a Misano l'hanno fatta vedere tutta.
Già alla prima curva, dopo una partenza in cui tutti i primi hanno seriamente rischiato di stendersi in una enorme mischia, il pilota del Team Ducati Aruba e quello di RockIt BMW ci sono arrivati appaiati. Uno a fianco all'altro, con Bulega che però è finito largo e s'è visto sorpassare anche da Alex Lowes Oggi terzo alla fine e bravissimo a sfruttare al meglio del potenzialità della sua Kawaaki Ninja). E' lì che l'italiano della Ducati ha dato fondo alle prime riserve di ignorantezza, buttandosi giù col casco in carena e interpretando traiettorie diverse da tutti gli altri, ma efficati. In rettilineo ha liquidato la pratica Lowes, grazie al motorone Ducati, poi s'è lanciato all'inseguimento di Toprak che, manco a dirlo, stava spremendo al limite e sempre di traverso la sua BMW come si fa negli ultimi giri.
E' nell'unico momento di esitazione del turco che Bulega, al Carro, ha messo la ruota della sua panigale nel piccolo spazio lasciato dalla BMW di Toprak, portandolo fuori traiettoria e costringendolo a allargare per non rimediare una pericolosa sportellata. Risultato? Ducati davanti e BMW a inseguire. Con le riserve di ignorantezza che, questa volta, ha dovuto tirarle fuori Toprak. E senza fare troppi complimenti. E' stato lì, ha studiato per quasi tre giri e al quarto ha piazzato il classico sorpasso da straccio di licenza al tramonto, prima di mettersi a macinare "crono da imprendibile" e lavorare ai fianchi l'inseguitore italiano con la moto italiana. Solo che, contrariamente a quanto accaduto in Gar1 ieri, Bulega è tutto sommato rimasto lì, trovandosi poi comunque costretto a arrendersi, ma con un margine molto più risicato. E Bautista? Il vincitore degli ultimi due titoli mondiali s'è steso. E non è mai stato davvero della partita. Al momento della caduta era quarto e stava inseguendo la Kawasaki di Alex Lowes.
Bene e con notevole ricorso alla solita dose di ingorantezza romagnola anche Andrea Iannone, che in verità è abruzzese, e Danilo petrucci, che in verità è umbro. Il pilota di Vasto ha anche rischiato la brutta caduta per una entrata decisamentescomposta di Gerloff, ma ha comunque fatto la sua solita gara, alle prese con i soliti problemi sull'asfalto di Misano, migliorando però di una posizione il risultato di ieri (sesto). Stesso risultato di ieri, invece, per Danilo Petrucci, sempre più stoico a causa dei malanni fisici con cui sta facendo i conti, che mette nel sacco un'altra gara a punti dopo l'impressionante sforzo di Gara1. L'umbro, a questo punto, difficilmente darà forfait in Gara2 e ci proverà ancora oggi pomeriggio.